Berlusconi (ancora) contro Zelensky. L'imbarazzo di Meloni e Tajani

"Da premier non gli parlerei. Niente guerra se cessava di attaccare il Donbas", dice il Cav. La presidente del Consiglio ricorda che il sostegno all'Ucraina è nel programma comune sottoscritto dal centrodestra. Il ministro degli Esteri media: "Forza Italia a favore dell'indipendenza di Kyiv"

Silvio Berlusconi torna ad attaccare Volodymyr Zelensky. "Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbas e questo non sarebbe accaduto. Quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore", dice il Cav. domenica sera, uscendo dal seggio dopo il voto per la Lombardia. Ma stavolta, nelle critiche, trascina pure la premier Giorgia Meloni reduce dalla delicata settimana di incontri con gli altri leader europei. "Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato, perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili".

 

Dopo un'ora di silenzio, la presidente del Consiglio si fa sentire e prova a minimizzare. Traspare però tutto l'imbarazzo per le parole dell'alleato, proprio nel giorno delle elezioni regionali e tre giorni dopo il consiglio europeo in cui Meloni ha ribadito il suo sostegno al presidente ucraino. "Se l'ho sentito? No, non l'ho sentito", fa sapere Meloni. Poi la nota di Palazzo Chigi, che non cita neppure il Cavaliere, ma rammenta che "Il sostegno all'Ucraina da parte del governo italiano è saldo e convinto" e che quella posizione era scritta "chiaramente" nel programma elettorale della coalizione e "confermato in tutti i voti parlamentari della maggioranza che sostiene l'esecutivo". 

  

Gelo anche alla Farnesina. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, capo-delegazione del partito di Berlusconi, è costretto a fare - rapidissimo - un tweet per dire che FI è "schierata a favore dell’indipendenza dell’Ucraina, dalla parte dell’Europa, della Nato e dell’Occidente".

    

   

Inevitabile a questo punto temere che le dichiarazioni del patriarca del centrodestra superino i confini nazionali. Berlusconi, del resto, è andato oltre nelle sue accuse a Kyiv e si è spinto a dare consigli alla Casa Bianca: "Per arrivare alla pace, il signor presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: 'È a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l'Ucraina'".

  

Segue la sterzata degli azzurri, costretti a una nuova rettifica come successe a maggio dopo alcune dichiarazioni fatte da Berlusconi a Posillipo, a margine di una convention di FI (“io credo che l’Europa unita deve fare una proposta di pace, cercando di far accogliere agli ucraini le domande di Putin”, aveva dichiarato), o a ottobre nell'audio rubato nell'assemblea con i parlamentari. "Il sostegno del presidente Berlusconi in favore dell'Ucraina non è mai stato in dubbio", è la premessa scritta in una nota di Forza Italia. Che prosegue sostenendo che l'ex premier abbia "solo espresso la sua preoccupazione per evitare la prosecuzione di un massacro e una conseguente grave escalation della guerra". Non viene meno - garantiscono - "l'adesione di FI alla maggioranza di governo, alla posizione della Nato, dell'Europa e degli Usa".

  

Oltre ai due casi già citati, a settembre, alla vigilia delle elezioni politiche, Berlusconi si era schierato platealmente contro Kyiv. "Putin voleva sostituire Zelensky con un governo di persone perbene", aveva sostenuto a Porta a Porta, mettendo in dubbio l'integrità del governo ucraino e interpretando l'invasione russa del paese come la risposta a una richiesta di aiuto del Donbas. E ancora, a ottobre, in un'intervista rilasciata a Bruno Vespa per il suo ultimo libro, il Cav. aveva detto anche che "Solo se a un certo punto l'Ucraina capisse di non poter più contare sulle armi e sugli aiuti e se, invece, l'Occidente promettesse di fornirle centinaia di miliardi di dollari per la ricostruzione delle sue città devastate dalla guerra: in questo caso Zelensky, forse, potrebbe accettare di sedersi al tavolo per una trattativa".

 

Nella mattinata di oggi, il principale consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, ha inviato a Repubblica una lettera in cui definisce Berlusconi "un agitatore vip che agisce nel quadro della propaganda russa". Riferendosi al discorso del leader di Forza Italia, Podolyak ha aggiunto che "le repubbliche del Donbas non sono mai esistite" e che "nella primavera del 2014, durante la prima fase dell’invasione russa, gli occupanti hanno creato una enclave criminale sul territorio ucraino del Donbas. Assolutamente illegale". Ha quindi invitato Berlusconi a "smetterla di mascherare il suo vero desiderio e dichiarare pubblicamente di essere a favore del genocidio degli ucraini".