Il caso

"Rocca è legato al clan del narcotraffico a Ostia e ha legami con la mafia": l'accusa incredibile della dem Battisti

Le parole della candidata del Pd e compagna di Albino Ruberti contro l'aspirante governatore del centrodestra durante un comizio a Frosinone. Poi le scuse: "Accuse offensive e che non hanno alcun tipo di fondamento"

Simone Canettieri

"Francesco Rocca non è un ragazzo che ha avuto un momento di fragilità quando la madre stava male: Francesco Rocca è legato al clan di Ostia che gestisce il narcotraffico e per questo ha legami profondi con questi tessuti mafiosi e illegali che abbiamo combattuto sul litorale romano". 

Parole di Sara Battisti, consigliera regionale uscente del Pd e di nuovo candidata a Frosinone. L'esponente dem ieri dalla Ciociaria ha attaccato così Rocca, aspirante governatore del centrodestra. Un affondo violento (senza prove) che sarà sicuramente portatore di polemiche a sei giorni dal voto. Accuse gravissime, non corroborate dai fatti, nei confronti del presidente uscente della Croce Rossa italiana. Dopo la pubblicazione del video sul Foglio, Battisti si è scusata: “In un comizio elettorale che si è tenuto nella giornata di ieri, ad Aquino, nel mio intervento ho rivolto accuse offensive e che non hanno alcun tipo di fondamento nei riguardi del candidato presidente del centrodestra, Francesco Rocca. Ci dividono le idee politiche, abbiamo visioni diametralmente opposte sul futuro della nostra Regione, ma ciò non giustifica l’utilizzo di alcune mie affermazioni, seppur in un momento concitato ad una settimana dal voto. Per questo, rivolgo le mie scuse pubbliche a Francesco Rocca”, ha detto in una nota. 

Parole che sono bastate a evitare una querela. “Avevo intenzione di denunciare la Battisti, ma le sue scuse pubbliche sono sufficienti", ha fatto sapere con una nota Rocca. "Credo e voglio sperare che sia stata anche lei vittima della campagna di odio ingiustificata nei miei confronti, messa in atto sin dall'inizio della mia candidatura anche da certa stampa. Per me incidente chiuso", è il messaggio del candidato per il centrodestra alla presidenza della Regione Lazio.

Meno conciliante la posizione di Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d'Italia e vicepresidente della Camera. “Dopo aver gestito per 10 anni la Regione Lazio trasformandola in 'affaropoli', il Partito Democratico, ormai agli ultimi giorni di Pompei, lancia l’ultima vergognosa accusa contro Francesco Rocca della quale però risponderà in tribunale. La mia solidarietà al futuro presidente della Regione Lazio ancora una volta al centro di offese diffamanti nella certezza che il 13 si porrà politicamente fine a questo spettacolo indecente, archiviando l’arroganza insopportabile che caratterizza la sinistra, dalla prosopopea esercitata nelle aule parlamentari alle violenze verbali della campagna elettorale o a quelle fisiche delle piazze, mai adeguatamente condannate, sia che si trovino in maggioranza che all’opposizione non perdono il vizio leninista della demonizzazione dell’avversario”. 

Dalle parole di Battisti prende le distanze il candidato del centrosinistra Alessio D'Amato: “Sara ha sbagliato, fino a oggi abbiamo tenuto il confronto sui temi concreti, per questo ha fatto bene a chiedere scusa, non bisogna mai scendere a questo livello, non so cosa le sia venuto in mente. Personalmente continuo a mantenere uno standing di dialettica anche vivace, ma senza mai scendere su un piano del genere né su vicende che hanno riguardato la gioventù e il passato di Rocca, sono cose che non mi interessano, mi interessa invece batterlo sulle questione concrete”, ha detto al Foglio.

Sara Battisti balzò alle cronache nazionali la scorsa estate: è la compagna di Albino Ruberti, all'epoca capo di gabinetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che dovette dimettersi dopo la pubblicazione di un video sul sito del Foglio. Fuori da un locale Ruberti, in compagnia di Sara Battisti, litigò con un gruppo di esponenti del Pd locale gridando loro "inginocchiatevi o vi sparo".
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.