L'intervista
L'assessore ai Rifiuti di Zingaretti: "Pd-M5s corrano insieme nel Lazio: il termovalorizzatore è un alibi"
"Chi ha voluto rompere l'alleanza si sta caricando una responsabilità molto grande, devono rifletterci". Massimiliano Valeriani a tutto campo: dagli anni del rimpallo di responsabilità sui rifiuti con la Raggi alla scelta di Gualtieri
“Mi auguro che con i 5 stelle si possa ancora trovare un accordo, il centrosinistra unito può vincere con la coalizione che in questi cinque anni ha governato molto bene il Lazio. Chi ha voluto rompere questa alleanza si sta caricando una responsabilità molto grande, devono rifletterci, il tentativo va fatto fino all’ultimo, la possibilità c’è, non bisogna far prevalere gli argomenti divisivi”. Massimiliano Valeriani, assessore all’Urbanistica e ai Rifiuti della giunta rossogialla del Lazio e candidato nelle liste del Pd alle prossime elezioni regionali, non si dà per vinto. La candidata governatrice del M5s Donatella Bianchi e il capogruppo grillino a Montecitorio Francesco Silvestri però continuano a chiudere.
Il punto è sempre quello: senza “un chiaro no” al termovalorizzatore di Roma non possiamo starci. “Mi dispiace – dice Valeriani – per questo ennesimo no, l’argomento dell’inceneritore è già stato ampliamente spiegato e superato, non è un tema oggetto della campagna elettorale del Lazio perché i poteri commissariali di cui dispone il comune di Roma sono stati attribuiti dal governo e dal parlamento, non è la Regione a poterli mettere in discussione, è una polemica totalmente fuori posto. Se si vuole l’unità bene, altrimenti si usino argomenti cogenti: ci sono dieci ospedali che vanno terminati, i soldi del Pnrr da spendere, c’è la necessità di aumentare la qualità dei servizi sanitari, questo è quello che dovremmo fare insieme nei prossimi anni, non discutere di cose che non c’entrano nulla”.
E però Valeriani, da assessore ai Rifiuti, nel suo piano gli inceneritori non li aveva inseriti. E quindi gli chiediamo se sia d’accordo con la scelta del sindaco e se il commissariamento del comune in vista del Giubileo non certifichi anche un suo fallimento. La replica dell’assessore non può che tornare sugli esordi della lite tra Pd e M5s sui rifiuti, prima ancora che fosse il termovalorizzatore a diventare il pomo della discordia. “Il piano dei rifiuti regionali – ricorda – è stato redatto durante l’amministrazione Raggi anche sulla base delle pianificazioni trasmesse da quella giunta, quando Gualtieri si è insediato in Campidoglio però nulla era stato fatto, Raggi non aveva individuato la discarica, mentre Roma negli anni di quella amministrazione ha usato tutti gli inceneritori e gli impianti di smaltimento d’Italia. Gualtieri invece, dopo 10 anni in cui nessuno ha avuto il coraggio di prendere una decisione, ha fatto una scelta di responsabilità davanti al collasso ereditato e ha assunto una decisione straordinaria, come sono straordinari gli eventi che attendono Roma nei prossimi anni”.
E tuttavia lo ha fatto smentendo anche il piano rifiuti di Valeriani e Zingaretti che gli inceneritori li escludeva, la “norma Gualtieri” serve proprio a scavalcare quel piano. Anche voi dunque non avete avuto coraggio? Valeriani lascia intendere che se Raggi avesse seguito la Regione oggi non ci sarebbe il tema del termovalorizzatore. “Io – dice – difendo quel piano. In quella fase i dati che ci arrivavano dalle amministrazione comunali ci dicevano che la strada poteva essere anche un’altra: raccolta differenziata spinta e residui sempre più piccoli da destinare a una discarica per provincia, più una per il solo comune di Roma, in linea con le direttive europee. Ma Raggi non ha fatto niente: ha parlato a vanvera, non ha preso decisioni sugli impianti e la raccolta differenziata a Roma non è cresciuta. dopo anni d’inerzia dunque la scelta di Gualtieri è stata coraggiosa ed inevitabile”. Nessuna responsabilità della Regione? “Per attuare il piano noi avevamo commissariato la provincia di Latina che non voleva individuare una discarica e senza decisione avremmo fatto lo stesso con Roma. Abbiamo svolto il nostro compito di pianificazione, il resto è in campo ai comuni, lo dice il codice dell’Ambiente”.
Valeriani è stato anche assessore all’Urbanistica e sostiene che anche con il supporto dei 5 stelle siano stati raggiunti risultati importanti. “Abbiamo approvato il piano paesistico che mancava dal 1998, adesso c’è e attraverso questo documento tutti i comuni sanno che cosa si può e non si può fare nei loro territori. Inoltre, abbiamo approvato oltre 110 progetti di rigenerazione urbana in diversi comuni e ora un grande piano partirà anche a Roma perché il futuro dell’urbanistica è il recupero e non l’espansione. Inoltre abbiamo ceduto alla Capitale poteri che consentono di evitare doppi pronunciamenti che creavano ritardi anche di 20 anni”.
Sulla Prenestina invece i comitati chiedono alla Regione di allargare il perimetro del monumento naturale che tutela il lago dell’ex Snia anche ai ruderi dell’ex fabbrica dove l’attuale proprietà nei giorni scorsi ha iniziato dei lavori. Prima delle elezioni l’allargamento ci sarà? “Le strutture tecniche della Regione – replica l’assessore – stanno valutando se ci sono i criteri oggettivi per questo allargamento. Un vincolo non può essere messo dalla politica, deve essere inserito solo se ci sono i criteri oggettivi per farlo, noi che abbiamo voluto il monumento naturale ci auguriamo di sì”. Al contrario i proprietari dell’ex cinema Metropolitan accusano Valeriani e la Regione di non rispettare l’esito dell’iter amministrativo per il progetto di rigenerazione del locale che prevede la creazione di un locale commerciale, ma anche di una sala cinematrografica la cui programmazione sarebbe in capo a Roma Capitale, bloccando il progetto. “E’ una vicenda che viene da lontano, l’amministrazione regionale ha fatto una valutazione differente da quella dei proponenti perché quel progetto confligge con la recente normativa regionale da noi voluta che vincola alcune strutture culturali a un loro recupero, con un mix funzionale che deve essere rispettato: nel programma dei proponenti l’ex cinema diventerebbe un centro commerciale e solo il 10 per cento sarebbe destinato all’attività culturali”.
Equilibri istituzionali