(foto Ansa)

la strategia del m5s

Da Scampia a Rogoredo: riparte il tour nelle periferie di Conte

Luca Roberto

Dopo la tappa napoletana, il capo M5s domani va a Milano e Torino. Ieri l'incontro con Landini e oggi quello con Bonomi, con cui "condividiamo la mancanza di visione di questa manovra"

Sembrava una puntata occasionale, quella di Scampia per Giuseppe Conte. Il capo del Movimento cinque stelle che stringe mani, ascolta la gente, rivolge domande retoriche sull'opportunità di tenere in piedi il Reddito di cittadinanza a coloro che lo percepiscono (Sigh!), mentre si intrattiene davanti a un caffè. E invece il tour del capo M5s è pronto ad arricchirsi di altre sfumature, proseguendo con delle nuove tappe. Unica condizione: che tocchino la periferia. Questo perché facciano apparire i Cinque stelle come l'ultima avanguardia di quel progressismo che Conte tanto spera di sfilare al Partito democratico perenemmente percorso da dilemmi identitari. Ma forse anche (e soprattutto) perché la fascia di persone da intercettare è quella di chi viene raggiunto dal sussidio che il governo ha già in parte smantellato e vuole cancellare entro il 2024. Del resto, il ritorno nelle piazze di Conte, intervallato da un incontro con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi qui (oggi), da una chiacchiera con il segretario della Cgil Maurizio Landini là (ieri), si giustifica proprio con la difesa della misura di bandiera, da brandire a mo' di reliquia sacra. 

 

 

Le città erano già note: Milano e Torino. Ma non si sapeva sarebbero state così ravvicinate alla tappa napoletana, in un tour che spazia e prescinde le esigenze logistiche e geografiche. E questo lo si capisce anche dagli stessi luoghi in cui aizzerà la folla: il multietnico quartiere di San Salvario, nel capoluogo piemontese. E l'Opera Cardinal Ferrari, onlus che accoglie e aiuta i senzatetto nella periferia sud milanese. Un modo per strizzare l'occhio a quel movimentismo cattolico che già da un po' di tempo Conte ha nelle proprie mire. A Milano seguirà inoltre la prima della Scala proprio in compagnia degli ospiti dell’associazione Opera cardinal Ferrari, il tutto mentre la premier Giorgia Meloni sarà nello stesso teatro sul palco d’onore con Ursula von der Leyen e il presidente Sergio Mattarella.

Fatto sta che mentre progettava la salita al nord, dove il Movimento cinque stelle è sempre apparso inconsistente in termini elettorali ma spera di sussumere nuovo consenso da una legislatura condotta all'opposizione, Conte aveva nelle stesse ore confronti con i principali esponenti delle categorie sindacali e produttive. Così ieri dopo aver incontrato Landini si rinsaldava l'asse per la difesa del Reddito di cittadinanza, e si stabilivano iniziative comuni come le mobilitazioni contro la legge di Bilancio del 12 e 16 dicembre, a cui il M5s dovrebbe prendere parte. “Abbiamo una sintonia totale sulla manovra. Anzi direi che le istanze del sindacato sono quasi sovrapponibili alle nostre”, commentava da par suo l'ex premier. Che oggi ha ribadito più o meno gli stessi concetti dopo il tête-à-tête con Bonomi. Lettura offerta alle agenzie: "Abbiamo avuto con il presidente Bonomi un ampio confronto sulla situazione economico-sociale attuale, sul quadro attuale e sulle prospettive future. Ovviamente, oggetto dell’incontro è stato anche uno scambio di valutazioni sulla manovra predisposta dal governo. Senza voler forzare le valutazioni di Confindustria, mi sembra che condividiamo sulla mancanza di visione in questa manovra". 

Insomma è un Conte uno e trino. Che se da una parte si sente perfettamente a suo agio con i principali interlocutori sociali ed economici, dall'altra ci tiene a presidiare il territorio spendendosi in comizi sgolati. Che adesso lo porteranno, magari, anche al boschetto di Rogoredo. E che sia più a suo agio negli uni o negli altri panni, per adesso non pare affatto interessargli. 

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