"Il boom sugli appalti è merito del Pnrr". Cresme smonta il piagnisteo sovranista

Valerio Valentini

Record di aggiudicazioni. "Il 2021 era stato già un anno straordinario rispetto al precedente. E ora, nel riscontro sui primi nove mesi, il 2022 registra un ulteriore successo: da 26,7 a 34,1 miliardi”. Parla il direttore Bellicini

L’ansia è comprensibile. Il piagnisteo no. “I dati ci dicono in modo oggettivo che le aggiudicazioni dei gare stanno registrando costantemente incrementi da record”, dice Daniele Bellicini. I dati, nella fattispecie, sono quelli del rapporto del Cresme di settembre. “E parlano chiaro: nei primi nove mesi del 2021, sono state bandite opere per un valore di quasi 25 miliardi. Nello stesso periodo del 2022, si è arrivati a 50 miliardi”, ci dice il direttore dell’osservatorio sul mercato delle costruzioni e delle opere pubbliche. “Quanto alle aggiudicazioni – prosegue – il 2021 era stato già un anno straordinario rispetto al precedente. E ora, nel riscontro sui primi nove mesi, il 2022 registra un ulteriore successo: da 26,7 a 34,1 miliardi”. Un aumento del 27,3 per cento. Percentuale che, se ripartita su base territoriale, segnala un +50 per cento al sud. Un trend, peraltro, che pare constante, se è vero che “anche i dati su ottobre confermano l’ottimo andamento”. 

Motivo del salto di qualità? “Senza alcun dubbio, il Pnrr”.  Che dunque resta “un’opportunità straordinaria”, ribadisce Bellicini, a dispetto della retorica catastrofista molto in voga nel governo. “E’ chiaro che i rallentamenti tra le aggiudicazioni e l’avvio o anche la conclusione dei lavori possono esserci, e questi si devono al rialzo dei costi delle materie prime. Ma io ribalterei il discorso: se anche non tutto il Pnrr si riuscisse ad attuare, quello che si può, e che dunque si deve, portare a compimento, è molto, moltissimo. E quel moltissimo è quanto di più straordinario il mercato delle opere pubbliche e delle infrastrutture italiano abbia conosciuto negli ultimi decenni”. Anche sul Codice degli appalti, dunque, “modifiche sono sempre auspicabili, ma dire che bisogna stravolgerlo per potere attuare il Pnrr non è corretto. I numeri dicono altro”. 

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.