Foto di Matteo Corner, via Ansa 

la regione decisiva

De Benedetti: "In Lombardia vince la destra, ma con Moratti il Pd avrebbe una chance"

Redazione

Secondo l'ingegnere i dem hanno perso il popolo e, anche in salute, in terra lombarda la sinistra non vince: quindi l'unica soluzione possibile è candidare l'ex vicepresidente lombarda che "ha avviato una profonda revisione del suo passato berlusconiano"

L'ingegnere Carlo De Benedetti ne è convinto: la sinistra in Lombardia non ha alcuna possibilità di vincere. Il Partito democratico men che meno. "Ha perso il popolo" dichiara al Corriere, e non gode di buona salute, anche in vista del congresso e delle primarie: "I candidati non mi sembrano in grado di scongiurare la morte progressiva del Pd", chiosa. E quindi l'unica speranza è tornare al governo attraverso una mossa politica. Il momento decisivo? Sono le regionali del 12 febbraio, ma deve esserci una coalizione che sostenga Letizia Moratti, l'unica in grado di vincere contro l'attuale presidente Attilio Fontana.

    

Il ragionamento dell'editore è chiaro: in Lombardia il predominio della Lega è indiscusso e il Partito democratico non è nemmeno mai stato competitivo, quindi "se Salvini perde la Lombardia, cade. E se cade Salvini, cade il governo". De Benedetti non dimostra alcuna fiducia nel partito guidato da Enrico Letta, tanto che, nel commentare la scorsa campagna elettorale afferma che il segretario "ha saputo indicare solo ragioni per non votare gli altri". Lo stesso grado di fiducia è rivolto ai futuri leader: Bonaccini? "Gli emiliani sono pessimi a fare politica a Roma". Schlein? "Una figura interessante, non una leader". Nardella? Non saprebbe dare priorità a "disuguaglianze e Pianeta". 

 

Per risollevarsi si punti quindi su Letizia Moratti. Almeno sul sostegno, in coppia con il Terzo polo. Anche perché "ha avviato una profonda revisione del suo passato berlusconiano". Nonostante l'ingegnere - che da ragazzo, racconta, andava al mare nell'hotel di proprietà della famiglia Moratti - abbia "idee politiche da sempre opposte alle sue", nella ex vicepresidente lombarda ci crede: "Le riconosco professionalità, capacità, onestà, passione, ambizione: tutte qualità".

   

E perché i dem abbandonino la "borghesia che hanno conquistato" e ritornino ad abbracciare le cause del progressismo, secondo De Benedetti, sarà necessario che non siano "schizzinosi" e appoggino la candidata promossa da Carlo Calenda.

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