verso la digitalizzazione

Perché gli attacchi di Butti a Colao sul Pnrr sono lontani dalla realtà

"Preoccupazioni a Bruxelles" per il piano sul digitale: una "situazione imbarazzante" e "con ritardi macroscopici". Il sottosegretario all'Innovazione mette le mani avanti puntando il dito contro il governo Draghi, ma le accuse sono infondate

Alessio Butti, sottosegretario a Palazzo Chigi con delega all’Innovazione, ha attaccato brutalmente Vittorio Colao, ministro dell’Innovazione del governo Draghi. Ma le accuse sembrano molto lontane dalla realtà. Parlando al Forum di Asstel, Butti ha definito la situazione lasciata dal governo Draghi “a dir poco imbarazzante” e “con ritardi macroscopici”. Per l’esponente di FdI la Commissione Ue “ha manifestato preoccupazioni al governo uscente, che ha dichiarato di non poter raggiungere gli obiettivi precedentemente indicati”. Ma l’affermazione non trova riscontri. O meglio, ne trova di segno opposto. Perché la Commissione ha ricevuto a settembre i chiarimenti finali e non risulta che abbia espresso alcuna preoccupazione, tanto è vero che pochi giorni fa ha rilasciato la seconda tranche da 21 miliardi proprio perché l’Italia ha conseguito tutti i 45 traguardi e obiettivi.

 


Butti ha poi affermato che per il Piano Italia a 1 Giga, “l’obiettivo del ministro Colao di coprire con reti a 1 Giga ulteriori 8,5 milioni di unità residenziali si è dichiarato sbagliato” perché nel progress report inviato alla Commissione a ottobre “l’Italia ha comunicato che, a fronte di una dettagliata mappatura, le aree che al 2026 risultano essere a fallimento di mercato interessano solo 6,87 mln di unità residenziali”. Ma la stima di 8,5 mln è stata fatta ad aprile, nella stesura iniziale del Pnrr, prima della richiesta a Bruxelles di autorizzazione per Aiuti di stato. Dopo, come prevede la normativa, il piano è stato sottoposto a una verifica che ha incrociato gli investimenti di copertura programmati dagli operatori privati. E dalla mappatura è emerso che la quantità di numeri civici (non unità residenziali) per cui si è autorizzati a intervenire, ovvero a fallimento di mercato, è di 6,87 mln. Ma ciò non vuol dire che la copertura sarà più bassa di 1,63 mln. Semplicemente significa che solo questi numeri civici possono essere coperti attraverso finanziamenti pubblici. Resta però il fatto che al 2026 il target di copertura è di 8,5 milioni, sommando i piani di investimento privati.

 

Il governo Meloni dovrà pertanto monitorare che tutti gli investimenti, pubblici e privati, vengano realizzati. “Ma quello che mi preoccupa di più sono i ritardi che sicuramente avremo”, ha detto Butti. Le preoccupazioni del sottosegretario sono legittime, ma il fatto è che vigilare sul rispetto dei tempi del Pnrr è esattamente il suo compito. Insomma, evitare ritardi è ciò che gli resta da fare dopo che Colao ha raggiunto gli obiettivi europei, assegnato i bandi e ricevuto i soldi da Bruxelles.

 


Butti fa una contestazione analoga per il Piano Italia 5G: “Il precedente governo ci lascia una situazione a dir poco imbarazzante”. Perché l’obiettivo dichiarato nel Pnrr era di coprire con la rete 5G almeno 15 mila km² di aree a fallimento di mercato, mentre nel report finale Colao “ha affermato che le aree a fallimento di mercato saranno 440 km² e non più 15 mila km² come previsto dal target”. Di nuovo: la stima di 15 mila km² è stata fatta in una fase iniziale, ad aprile, quasi al buio. Successivamente, per la prima volta in Italia, è stata fatta una mappatura del mercato mobile ed è emerso che la maggior parte delle aree sarebbero state coperte dai piani dei privati. Ciò vuol dire che anche il target del Pnrr per il 5G sarà raggiunto sommando investimenti pubblici e privati. In pratica, verranno spesi meno soldi pubblici per lo stesso risultato. 

 


D’altronde, solo pochi giorni fa, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha espresso “soddisfazione” per l’arrivo da Bruxelles della tranche da 21 miliardi, dovuta in gran parte ai progetti su banda larga e 5G: “E’ la dimostrazione concreta che abbiamo fatto tutti i passaggi necessari – ha detto Giorgetti – e continueremo a vigilare e agire con la stessa determinazione e serietà fino all’obiettivo finale”. Non esattamente la “situazione imbarazzante” descritta da Butti. Ma nel governo Meloni si parlano tra di loro?