Giorgia Meloni (Ansa)

editoriali

Merito, Mare, Made in Italy: ogni (nuovo) ministero ha il suo slogan incorporato

Redazione

Un nome, un programma. Siccome è difficile modificare la realtà attraverso i dicasteri, per il momento se ne cambiano i nomi 

Recentemente, chi ha dato un significato particolare al nuovo nome dei ministeri, tanto da vincolarlo al sì a un nuovo governo, è stato Beppe Grillo che aveva chiesto come condizione per la partecipazione del M5s al governo Draghi la creazione del “ministero per la Transizione ecologica” (Mite), prodotto dalla fusione del ministero dell’Ambiente con le deleghe sull’energia prima in pancia al ministero dello Sviluppo economico. Ora il nuovo presidente del Consiglio Giorgia Meloni (auguri!) fa lo stesso, ma di più. Per dare un segno di discontinuità ha cambiato i nomi di molti ministeri del suo esecutivo. Il ministero dello Sviluppo economico, affidato ad Adolfo Urso, è stato trasformato in ministero delle Imprese e del Made in Italy. Come se sostituire il più tradizionale termine “commercio estero”, di cui peraltro lo stesso Urso si è a lungo occupato da viceministro, faccia di per sé aumentare l’export.

 

Poi ha creato il ministero dell’Istruzione e del Merito, affidato a Giuseppe Valditara, come se l’introduzione della parola magica “merito” migliorasse di per sé le performance della scuola italiana e come se la meritocrazia riguardasse solo l’istruzione, non anche tutti gli altri settori della società italiana. Poi ha affidato a Francesco Lollobrigida il ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, che con un tocco autarchico fa da contraltare al “Made in Italy” che invece mostra una vocazione più internazionale. Il ministero per il Sud è diventato anche “per il Mare”, anche se a questo punto non è chiaro a chi spetterà occuparsi dei mari nel centro-nord. Ma la cosa più interessante sarà vedere se a Nello Musumeci verranno affidate solo le deleghe sulla tutela del mare, ora all’Ambiente, o anche quelle sui porti, ora alle Infrastrutture, per toglierle dalle mani di Matteo Salvini. Infine, il ministero della Transizione ecologica è stato “degrillizzato” battezzandolo ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Paolo Zangrillo). Ogni ministero ha il suo slogan incorporato. Siccome è difficile modificare la realtà attraverso i ministeri, per il momento si cambiano i nomi dei ministeri.

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