Foto di Mauro Scrobogna, via LaPresse 

timori per il governo che verrà

La “piena sovranità nazionale”, cara Meloni, significa Italexit. Occhio

Giacinto della Cananea

Ha destato stupore una proposta di legge di FdI per "far rivivere il contenuto originario" della Costituzione. C'è chi ha pensato fosse la prima mossa per uscire dall'Ue, ma la fiducia degli italiani nell'Unione è la più alta in Europa

Dall’avvio dell’integrazione comunitaria, negli anni cinquanta del secolo scorso, i mercati per le nostre imprese si sono ampliati ben oltre i confini nazionali, il benessere materiale degli italiani è cresciuto e i loro rapporti con gli altri europei sono divenuti sempre più stretti. Nell’ultimo decennio, le nostre finanze pubbliche hanno ricevuto un forte e crescente sostegno dalla Bce, che negli ultimi due anni ha effettuato ingenti acquisti di titoli del debito pubblico italiano. Nel frattempo, l’Unione europea ha fornito ai suoi cittadini un riparo dalla pandemia (i vaccini) e dalle sue conseguenze economiche (il piano per la ripresa dell’Europa).

 

Non a caso, le rilevazioni periodiche dell’opinione dei cittadini sulle azioni dell’Ue forniscono risultati assai positivi: pochi mesi fa, il 67 per cento degli intervistati ha espresso un apprezzamento positivo per le iniziative assunte nella lotta alla pandemia e la percentuale degli italiani favorevoli a una più ampia azione dell’Europa unita per contrastare il cambiamento climatico è superiore alla media europea (91 per cento rispetto all’89 per cento). Eppure, alcuni nostalgici, tra i giuristi e tra i politici, agitano il tema della prevalenza del diritto dell’Unione sul diritto nazionale, chiedendo il ritorno a una vagheggiata “piena sovranità nazionale”.

 

Nonostante la Corte costituzionale abbia da lungo tempo accettato il primato del diritto europeo pur facendo salvi i principi supremi dell’ordine costituzionale, per qualche giurista resta difficile rinunciare alla vecchia concezione dell’ordinamento nazionale chiuso verso l’esterno, al cui vertice vi è un unico giudice. Per esempio, Gustavo Zagrebelsky ha intravisto una contrapposizione tra la nostra Corte costituzionale e la Corte di giustizia in materia di prescrizione, mentre tra di esse vi è stata una piena e proficua cooperazione. Quanto ai politici, ha destato preoccupazione il fatto che FdI abbia presentato all’inizio della precedente legislatura una proposta di legge volta a “far rivivere il contenuto originario” della Costituzione, attenuando il vincolo europeo attraverso la modificazione degli articoli 11 e 117.

 

Alcuni temono che ciò possa costituire il primo passo per uscire dall’Ue. Ma non è detto che sia così, perché spesso le proposte di legge hanno un valore puramente simbolico: per esempio, quella del M5s – poi abbandonata – di rivedere la partecipazione alla Nato. Inoltre, un conto è essere all’opposizione, un altro è avere responsabilità di governo. Da questo punto di vista, contano moltissimo le iniziative politiche che saranno assunte dal nuovo governo su alcuni delicati versanti, come la decisione che il Consiglio dell’Ue dovrà prendere nei confronti dell’Ungheria, per la sistematica violazione dello stato di diritto. Senza un’Unione coesa, forte e capace di far rispettare i suoi valori di democrazia e libertà, come si potrà evitare lo sfarinamento istituzionale dell’attuale Ue e la naturale propensione degli stati più forti, come la Germania, ad agire in modo unilaterale?

Di più su questi argomenti: