Piuttosto che pensare alle vittime del colonialismo, il Pd romano pensi alle vittime della strada

Ermes Antonucci

Ennesimo incidente mortale a Roma su Via Nomentana, ormai conosciuta come "strada della morte". Intanto, il Partito democratico propone di “modificare le targhe delle strade ispirate al colonialismo"

Ennesimo incidente mortale per le strade di Roma. Mercoledì sera un uomo di 40 anni, a bordo di uno scooter, ha perso la vita a seguito di uno scontro con un’automobile su Via Nomentana. Inutile l'intervento del personale del 118, che invano ha tentato di rianimare il motociclista, morto praticamente sul colpo. Il cadavere dell’uomo è rimasto sull’asfalto fino alla fine dei rilievi da parte delle forze dell’ordine. Sotto choc il conducente dell’auto, portato al policlinico Umberto I e sottoposto ai test di alcool e droga, in attesa che la polizia chiarisca le dinamiche dell’incidente.

 

Si tratta soltanto dell’ultimo incidente mortale avvenuto negli ultimi anni nelle strade romane e che hanno coinvolto soprattutto motociclisti, ma anche pedoni. Incidenti spesso causati dall’imperizia di automobilisti e centauri, ma di frequente anche dal manto stradale dissestato, dalle buche, dalle radici degli alberi che fuoriescono dall'asfalto o lo sollevano, da una segnaletica non visibile o deteriorata. Problemi noti, e da tempo denunciati da chi vive in città.

   

Nel 2022 si contano già quasi cento morti sulle strade di Roma, oltre 70 incidenti al giorno e un tasso di mortalità record (4,4 ogni 100mila abitanti è il dato 2021). Solo a luglio sono stati 18 i morti sulle strade romane. Via Nomentana, dove è avvenuto l’ultimo incidente, è ormai conosciuta come la “strada della morte”. A confermarlo la serie infinita di fiori e targhe commemorative visibili a ogni incrocio.

   

Sorprende, di fronte a questo bollettino di guerra, che il partito di governo della Capitale (il Partito democratico), spenda energie per lanciare messaggi simbolici rivolti alla politica nazionale, piuttosto che per affrontare i problemi (ed evitiamo in questa sede di ricordare la catastrofica gestione dei rifiuti). Così, all’indomani della vittoria del centrodestra guidato da Meloni alle elezioni politiche, il Pd ha deciso di mettere al voto in consiglio comunale una mozione che istituisce una “Giornata della memoria per le vittime del colonialismo italiano in Eritrea, Libia, Etiopia e Somalia”, da svolgersi il 19 febbraio “in ricordo delle vittime africane durante l'occupazione italiana”.

 

La mozione chiede anche di “modificare le targhe delle strade ispirate al colonialismo, riportando sulle stesse una spiegazione che faccia riferimento agli episodi storici, in gran parte criminali, del colonialismo italiano”: via Amba Aradam, largo Ascianghi a Trastevere, piazza Addis Abeba, via Tembien, via Endertà. Strade, si legge nella mozione, “luogo di eccidi e stragi o che commemorano la perdita di soldati”.

 

Non sarebbe male se il centrosinistra che governa in Campidoglio, piuttosto che occuparsi dei nomi delle strade che ricordano le vittime di un secolo fa, si occupasse della gestione concreta delle strade che oggi consegnano vittime quasi ogni giorno.

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