editoriali
La Lega anti giovani di Matteo Salvini
Anticipare la pensione non crea nuova occupazione, ma aumenta il debito
Per Matteo Salvini l’unico modo per creare nuova occupazione per i giovani è anticipare l’età del pensionamento dei loro genitori. “Il lavoro è la priorità – ha detto ieri a Bari – e quindi per creare più lavoro cancellare la legge Fornero sarà la precondizione necessaria”. Eppure, il leader della Lega ha avuto in questi anni molte occasioni per rendersi conto che non solo non esiste alcuna “staffetta” tra giovani e anziani, ma addirittura le politiche di prepensionamento finiscono per ridurre l’occupazione complessiva. Si tratta di un fatto ben noto agli economisti, che a tal proposito parlano di “lump of labour fallacy” – cioè quella fallacia logica che deriva dall’assunzione implicita (e sbagliata) che la domanda di lavoro sia fissa, e che quindi per trovare un posto al neolaureato Tizio bisogna che Caio svuoti i cassetti. Salvini, a suo tempo, non aveva ascoltato gli ammonimenti degli studiosi. Ma oggi non può ignorare l’esito del suo stesso esperimento, cioè Quota 100, la misura bandiera del governo gialloverde, introdotta “sperimentalmente”, per un triennio nel 2018.
Le valutazioni della “sperimentazione” sono unanimi: secondo la Corte dei conti la misura ha avuto un impatto negativo sull’occupazione pari allo 0,2 per cento; secondo la Banca d’Italia addirittura dello 0,4 per cento; secondo l’Osservatorio dei consulenti del lavoro il turnover è stato di appena del 42 per cento. Ora, tra l’altro, per effetto dell’inflazione il sistema pensionistico avrà una spesa extra di 8-10 miliardi di euro. E l’eventuale soppressione della legge Fornero attraverso Quota 41 (l’attuale proposta della Lega) costerebbe almeno altrettanto, ogni anno. Salvini sembra convinto di potersela cavare con uno “scostamento di bilancio”, come se questo fosse una specie di pentolone inesauribile nascosto nei sotterranei del Mef. Invece si tratta, letteralmente, di soldi sottratti ai giovani: quegli stessi giovani che l’ex ministro dell’Interno dice di voler aiutare, ma ai quali ha già contribuito a consegnare un paese in declino e attento solo agli interessi dei più vecchi.
L'editoriale del direttore