Gabriele Albertini (LaPresse)

l'intervista

Gabriele Albertini: “Voterò comunque Calenda. Moratti? Al Pirellone”

Fabio Massa

"Sono vicino al leader di Azione, malgrado i disguidi. Maria Elena Boschi mi aveva chiesto di fare il capolista. Moratti sarebbe una ottima presidente di Regione Lombardia, ne ho una grande stima personale", dice l'ex sindaco di Milano

“Letizia Moratti governatrice? Se il centrodestra si presenterà unito con Fontana dovrà scegliere se correre comunque”. Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, parlando con il Foglio, si prende tutto il tempo per spiegare i concetti: partono larghi salvo diventare  stringenti come cappi. “Ho ricevuto qualche giorno fa un sondaggio nel quale ho letto con sorpresa che il Terzo polo e Forza Italia per il Senato, e dunque per la Lombardia, sono dati entrambi oltre il 7 per cento. Se il 7 o l’8 fosse nazionale, Calenda e Renzi farebbero una festa”. 

 

Certo, i malevoli dicono che Renzi ha lasciato la guida a Calenda così in caso di sconfitta. “Interpretazione assai malevola. L’abbiamo sentita tutti, ma non mi ci voglio associare. Io sono vicino a Calenda, malgrado i disguidi che mi hanno riguardato. Anche perché Maria Elena Boschi mi aveva chiesto di fare il capolista e mi sarei accasato là”. Addio Forza Italia, quindi. “L'ultimo voto l'ho dato a Forza Italia. E sono sempre rimasto là. Però poi Forza Italia quando ha ritirato, seppur con un artificio, il sostegno a Draghi, mi ha fatto allontanare. Io sono un draghiano di ferro”.

 

E così, l’avvicinamento al Terzo polo. Con qualche vicissitudine sulla candidatura. “Chiariamo: io non sono un questuante di posti da mettere nel mucchio. Per quanto riguarda Calenda io gli ho scritto un garbatissimo sms, a cui non ha dato risposta, in cui gli prospettavo due scenari. Li definivo l’alternativa del diavolo: visione o gestione. La visione è quella di includere e aggregare nuove energie, ed ecco che la candidatura che mi era stata proposta, poteva essere funzionale a questa scelta. La gestione sta invece nella motivazione della squadra, ed ecco dunque Enrico Costa”. Mastica ancora amaro? “Guardi, io di Costa ho la massima considerazione. Nel mio libro 'Rivoglio la mia Milano', ormai alla terza ristampa, racconto di un progetto di legge che avevo avanzato nella 17esima legislatura: prevedeva che gli innocenti scagionati con formula piena e nel merito avrebbero dovuto avere le spese legali rimborsate dallo Stato. Costa, contro ogni previsione, nella legislatura successiva è riuscito a inserire in finanziaria una dotazione di 8 milioni di euro. Pochi, ma è stato un segnale importante. Spero che riesca a fare una legge stabile. Quindi: viva Costa”.

 

E con Calenda, avete finito di litigare? “Nessun litigio: se  avesse avuto il garbo di leggere quello che gli ho mandato e poi mi avesse rispondesto, sarebbe stato un bene.  Ormai amen però la verità è stata detta: mi hanno chiesto di candidarmi, non l’ho chiesto io”. 

Capitolo regionali, capitolo Letizia Moratti. "Devo distinguere Moratti come persona da Moratti sindaco. Ai tempi non sono stato d’accordo sul merito con alcuni suoi provvedimenti. Ma ne ho una grande stima personale, e sarebbe una ottima presidente di Regione Lombardia. Facciamo due passi indietro: lei era stata chiamata con il consenso di Attilio Fontana nel momento più critico del Covid, con l’intendimento che sarebbe stata poi candidata. Poi ovviamente il quadro è cambiato: Fontana è stato prosciolto, la vaccinazione è andata bene, la popolarità della giunta è risalita e quindi Fontana è possibile che venga rieletto. Lei però è rimasta ferma alla strada che le era stata prospettata. Ci sono stati sicuramente dei tentativi per comporre questo dissidio, con proposte rifiutate da Fontana e anche da lei. Proposte simili a quella avanzata a me nel 2013, perché mi ritirassi dalla corsa contro Maroni per la Regione. Io rifiutai e mi inimicai allora Berlusconi per sempre. Per quanto riguarda la Moratti si trova davanti ad una scelta. La prima: si ritira dalla candidatura e quindi fa un piacere alla coalizione di centrodestra e le offrono un risarcimento. Oppure dice: no, io credo che il Terzo polo non è così marginale in Lombardia, che posso fare un buon risultato, e allora corro comunque. Ma questa è una scelta personale”. Quindi potrebbe correre con Calenda: "Beh, il primo a candidarla, dicendo che sarebbe stata un’ottima governatrice, è stato proprio lui. Anche se qui siamo nel campo delle ipotesi...”.