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Draghiani

Franceschini: "Con il M5s ora è finita. La sfida sarà tra chi ha difeso e chi ha abbattuto Draghi"

Antonia Ferri

In vista delle prossime elezioni il ministro della Cultura e dirigente dem guarda a un'unione di europeisti e riformisti contro i populisti e i sovranisti e lascia da parte i grillini

Ogni alleanza con i Cinque Stelle è ormai impossibile. È il sunto delle parole che il ministro della Cultura ed esponente di spicco del Partito democratico, Dario Franceschini ha pronunciato in un'intervista al Corriere. L'idea è che in Parlamento durante la crisi si siano creati due schieramenti che si confronteranno alle elezioni del 25 settembre: “Io credo che le prossime elezioni saranno una sfida tra chi ha difeso Draghi e chi invece ha buttato tutto a mare”.

 

Nella mente dei dem c'è quindi forse la speranza di creare un campo larghissimo, poco accomunato dal pensiero politico, quanto più dalla modalità di fare politica. La descrizione al Corriere è quella di una forza che raggruppi le parti più europeiste e riformiste dei rappresentanti del paese: dall'Articolo 1 del ministro della Salute Roberto Speranza ai tre in fuga dalla Forza Italia di Silvio Berlusconi, Maria Stella Gelmini, Renato Brunetta e Mara Carfagna. Nel mezzo coesisterebbero anche Matteo Renzi e Carlo Calenda con i secessionisti del M5s guidati da Di Maio.

 

Intanto, dall'altra parte, solida all'opposizione c'è Giorgia Meloni, in coalizione con gli altri due partiti che formano l'ala destra delle Camere: la Lega e Forza Italia. Oltre a loro, Giuseppe Conte e i pentastellati rimanenti, colpevoli di aver provocao quest'ultima crisi di governo. Quelli che Franceschini identifica come forze sovraniste e populiste, in contrapposizione al “rassemblement” che invoca lui. La convinzione del ministro è che nell'insieme draghiano ci siano persone che possono vincere nei collegi uninominali.

 

È netto quindi il distacco dal Movimento 5 Stelle, che pure poco tempo fa sarebbe dovuto essere il principale alleato di coalizione del Partito Democratico. È pur vero che Enrico Letta è stato colui che fino alla fine – e più di tutti – ha sostenuto l'esecutivo Draghi. Pd e M5s sono ormai due rette parallele. Franceschini intanto si dice convinto che un'unione così larga “interprete e garante dell'agenda Draghi batterà la destra”.

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