(Foto Ansa)

Editoriali

Draghi vuole impugnare lo stop del Tar della Puglia. Bene

Redazione

Palazzo Chigi vuole revocare la decisione che di fatto blocca i lavori del nodo ferroviario di Bari, opera prevista nel Pnrr. Stavolta, peraltro, la vicenda ha un di più di assurdità: il bene comune da tutelare è un parco che non esiste

La buona notizia potrebbe occultare quella brutta. Perché a Palazzo Chigi sono  convinti: la decisione del Tar della Puglia che di fatto blocca i lavori del nodo ferroviario di Bari andrà impugnata il prima possibile. Il governo si opporrà a una deliberazione dei giudici amministrativi che rischia di creare un precedente pericolosissimo: perché quello stop è il primo che cade sul Pnrr. Dei 406 milioni necessari alla realizzazione dell’opera, 205 sono frutto di un finanziamento europeo legato al Next Generation Eu. Il problema, a quanto pare, sarebbe la messa a rischio di ulivi e carrubi secolari: che è un po' come sdoganare a livello continentale le pantomime, sempre pugliesi, sugli ulivi da sottrarre alla furia dei negazionisti della xylella o alla spiaggia di Melendugno da proteggere dall'assalto del Tap.

Stavolta, peraltro, la vicenda ha un di più di assurdità: nel senso che stavolta il #benecomune da tutelare è un parco che non esiste, visto che l’insediamento archeologico dal presunto inestimabile valore messo a repentaglio dai binari della ferrovia è stato considerato di scarso rilievo artistico e storico perfino dal ministero della Cultura, che pure solitamente largheggia in tema di assegnazione di tutele. E però, malgrado sia la Regione sia la Soprintendenza si siano opposte al riconoscimento del parco, il comitato “Le Vedette della Lama” ha presentato un ricorso al Tar. Che lo ha accolto. Il tutto, peraltro, con la benedizione dell’amministrazione del comune interessato, Noicattaro: che poteva essere di qualsiasi colore politico, ma è del M5s. Fin qui, appunto, le note dolenti. Il lieto fine potrebbe però arrivare nelle prossime ore: perché davvero alla presidenza del Consiglio sono sobbalzati, a leggere la decisione del Tar. E stanno avviando le pratiche per procedere all’impugnazione. Il che dimostrerebbe che l’intraprendenza Nimby del Tar, le impuntature ambientaliste dei tanti Tar d’Italia che potrebbero mettere a repentaglio l’attuazione del Pnrr, non verranno tollerate dal governo. E sarebbe, questo sì, un bel segnale.

Di più su questi argomenti: