(foto Ansa)

Grillini in panne

Il M5s in Sicilia sbanda, dopo Cancelleri candida Floridia. Il campo largo in crisi (di nervi)

Luca Roberto

Dopo ore di riunione senza un accordo, interviene Conte e sceglie la sottosegretaria all'Istruzione per la corsa alle regionali. Cronaca di una giornata che può rappresentare il suicidio perfetto del campo largo

Hanno fatto i capricci per ottenere le primarie di coalizione in Sicilia. Sperimentare forme di resistenza in quello che considerano un loro feudo. E alla fine, i grillini non sapevano chi candidare. Ore e ore di riunione su Zoom, cravatte allentate, fronti imperlate di sudore. Niente. Quaranta teste incapaci di decidere. Al punto che è dovuto intervenire Conte, che in quelle ore era pur sempre preso da questioni un po’ più grandi: Draghi, il governo, le ipotesi di appoggio esterno. Iniziamo a scrivere e ancora non sappiamo chi sarà l’esponente del M5s che corre alle regionali. Non lo sanno manco loro, almeno fino alle 22 inoltrate, a meno di due ore dalla scadenza dei termini. L'ex premier infine sceglie Barbara Floridia, al fotofinish. Può esistere una giornata che descriva meglio di così lo stato di un partito che caracolla? 

Ricapitoliamo. Essendo l’appuntamento che avrebbe dovuto ispirare le sorti magnifiche e progressive del campo largo, i grillini hanno deciso bene di presentarsi alla loro maniera: con in mano una bella guantiera vuota. O se volete, ricolma di disastri. Ieri in conferenza stampa da Palermo Giancarlo Cancelleri, il colonnello considerato una cinghia di trasmissione tra il vecchio e nuovo corso del Movimento, ha spiegato le ragioni per cui ha scelto di farsi da parte, di non concorrere alla consultazione, dopo che per settimane tutti tra i Cinque stelle s’erano spesi a ribadire come fosse l’unico capace di evitare la sparizione. “Perché tutta la discussione di questi giorni, con Conte e Grillo che erano costretti a rispondere su di me, è stata paradossale. Non si è parlato di una rivisitazione delle regole del M5s, del cambiamento di un percorso, ma solo ed esclusivamente della mia persona. Per cui ho chiamato Conte e l’ho tolto dall’imbarazzo”. Solo che se l’ex sottosegretario ai Trasporti sperava di fare un favore ai suoi, in realtà il suo annuncio è servito più a fornire l’immagine di un partito allo scatafascio. Come dice al Foglio un parlamentare siciliano del Pd, “hanno preteso a tutti i costi le primarie, che saranno tutt’altro che una consultazione di popolo, solo perché volevano Cancelleri. E poi cosa fanno? Lui si ritira e non sanno nemmeno scegliere! A questo punto avremmo potuto fare a meno di loro e candidare Beppe Provenzanzo, su cui c’era stato il veto di Conte”. 

Questo al Nazareno non lo dicono in chiaro. Nei pensieri del segretario Enrico Letta c’è una convinzione crescente: che non valga affatto la pena di fare una battaglia per smontare un percorso costruito a fatica. Piuttosto, è una grande occasione per poter riaffermare la centralità del Pd all’interno degli equilibri dell’alleanza, recitando la parte di chi è davvero fondamentale perché si vinca o si perda. “Noi abbiamo una candidata forte, la nostra europarlamentare Caterina Chinnici. Non siamo preoccupati”, dicono fonti vicine al segretario. Ma in ballo c’è anche una questione di credibilità. La finestra per presentare le candidature era dal 23 al 30 giugno. La Chinnici, figlia del giudice Rocco ucciso dalla mafia negli anni 80’, ha presentato da subito il suo progetto. Le intenzioni di Claudio Fava, ex presidente della commissione Antimafia dell’assemblea regionale siciliana, sostenuto dalla sinistra radicale, sono note da mesi. Coltiva ambizioni da ribaltone.

C’è già un sito, un simbolo, il voto è in programma il 23 luglio sia in presenza che sulla piattaforma Skyvote (altra concessione alla prammatica Cinque stelle). Eppure, come raccontavamo, a meno di tre ore dalla deadline i grillini brancolavano nel buio. Cancelleri in conferenza stampa aveva detto: “Conoscerete il nome entro poche ore”. E’ partita una call a oltranza, tra parlamentari, consiglieri regionali e sindaci. Umori cupi. Fisici provati. Nessun accordo, gruppo spaccato su tre nomi: il capogruppo in regione e neocoordinatore siciliano Nuccio Di Paola, dato in pole per quasi tutta la giornata, il deputato all’Ars Luigi Sunseri e la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia, su cui poi ricadrà la scelta finale. Questo nonostante da mesi tutti loro si spingessero a definire l’iter intrapreso con gli alleati “una novità assoluta, che stiamo sperimentando per la prima volta in Sicilia e che coinvolgerà tutto il paese”. E nonostante Cancelleri in persona dicesse, non più tardi di una settimana fa: “Se non vinciamo queste primarie, il M5s finisce”. Hanno trasformato una consultazione in una specie di click day, un processo di selezione in una riedizione delle parlamentarie, bloccato le candidature più “forti” del Pd. E nemmeno sapevano esprimere un nome. Se la Sicilia è un laboratorio per il voto nazionale, segnatevi il giorno: quel che si è visto nelle scorse ore può essere il suicidio perfetto del campo largo.

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