Giuseppi, can you hear me?

I buffetti di Letta a Conte nella Direzione del Pd

Valerio Valentini

L'ex avvocato del popolo sarà uno dei protagonisti della relazione del segretario dem. Avvertimento preventivo al leader grillino: sulla strada dell’azzardo elettorale, resterebbe solo

Nella bozza del discorso il suo nome non c’è. Ma non c’è dubbio che proprio Giuseppe Conte sarà uno dei protagonisti, sia pure solo evocato, della relazione che Enrico Letta farà in apertura della Direzione del Pd, oggi. Perché il solo ribadire che sulla guerra c’è il massimo sostegno, da parte del Nazareno, “alla linea Draghi-Guerini-Di Maio”, significherà inevitabilmente contrapporre la ragionevolezza del ministro degli Esteri alla temerarietà del fu avvocato del popolo. E perché insistere sul fatto che i dem non temono un eventuale voto in Aula sulle faccende riguardanti la crisi ucraina, significa disinnescare la narrativa contiana di queste settimane.

  

Quando poi Letta dirà che, se anche le altre forze politiche dovessero scommettere sul conflitto sociale, “noi continueremo a ripetere che il governo Draghi è il  nostro governo”, in tanti ci sentiranno un avvertimento preventivo al leader grillino: sulla strada dell’azzardo elettorale, resterebbe solo.

 

Infine, “la falsa dicotomia” tra americanismo ed europeismo, riproposta da Salvini e da Conte in questi giorni. Letta, che si definisce “europeista radicale”, insiste nel rivendicare che “sull’europeismo non accettiamo lezioni da nessuno”, e che però considera la buona buona relazione con Washington come “la cornice necessaria”. Giuseppi, can you hear me?

  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.