(foto di Ansa)

filorussi in casa

Così Putin sfrutta le mattate leghiste per rafforzare la sua propaganda

Valerio Valentini

Sembrano folkloristiche, e invece sono pericolose. Le iniziative filorusse del Carroccio vengono riciclate e valorizzate da politologi e giornali vicini al Cremlino. Le "chat segrete" di Salvini e i viaggi di Comencini

L’Europa compatta nella condanna a Vladimir Putin? Macché. Prendete l’Italia per  esempio: “L’Italia tacitamente sostiene la Russia”. Lo dimostra, tra l’altro, il fatto che “Vito Comencini, il segretario della Lega Nord, partito al governo del paese, dichiara pubblicamente di sostenere la decisione del presidente russo di condurre un’operazione speciale in Ucraina”. Se vi sembra di leggere una cronaca da un mondo parallelo, è perché è così che funziona la propaganda del Cremlino. Ecco dunque un estratto della mistificazione quotidiana sui media di regime di Mosca che aiuta a capire come certe iniziative dei parlamentari del Carroccio finiscano con l’alimentare la macchina dell’indottrinamento di Putin. Ciò che qui può apparire folkloristico viene invece scientemente sfruttato dall’autocrate russo per rafforzare la sua prosopopea.

 

Il 30 marzo scorso, Il Foglio ha raccontato dell’esistenza di tre gruppi WhatsApp su cui una quarantina di parlamentari leghisti condivide articoli di blog e portali filorussi. Ne fanno parte, tra gli altri i soliti noti, più o meno: Borghi&Bagnai, Simone Pillon e Guido De Martini, Paolo Tosato, Massimo Candura. La notizia è gustosa, ma verrebbe da inserirla nella rubrica del farsesco quotidiano che colora le cronache del Transatlantico. E però quattro giorni più tardi succede un fatto strano. Succede, cioè, che Sergei Mikheev, politologo russo molto in sintonia col Cremlino, rilancia la notizia sul suo canale Telegram. In poche ore il contenuto viene letto da oltre 60 mila persone, e poi ripreso e condiviso in massa su VKontakte, il “Facebook russo”. Non c’è da sorprendersi per la fortuna del messaggio: Mikheev è un opinionista notissimo a Mosca, è quasi ogni sera ospite nei programmi di approfondimento politico sul primo canale del paese a esporre tesi come questa: “Possiamo polverizzare Varsavia con una bomba nucleare per dimostrare all’Europa che facciamo sul serio”.

 

Sorprendente, semmai, è il modo in cui il fatto raccontato dal nostro giornale viene stravolto da chi lo riprende: e cioè dal giornale online Octagon, un organo d’informazione vicino al regime di Putin e prontamente rilanciato da Mikheev. Il titolo è già eloquente: “L’Italia sostiene tacitamente la Russia”. Viene dunque fatto l’elenco dei parlamentari inclusi in queste “chat segrete”, descritti però come rappresentanti del popolo che “non possono esprimersi pubblicamente a favore di Vladimir Putin e dell’operazione speciale della Russia in Ucraina e che accusano Matteo Salvini, sostenitore della Nato e dell’esercito ucraino, un apostata”. Cosa, questa, che nel nostro articolo non c’era scritta.  

 

Ma la propaganda russa corre ovviamente pure sui social. E anche, in questo caso, sul profilo VKontakte di Vitali Milonov, deputato alla Duma per il partito di Putin, Russia Unita. Fondamentalista ortodosso, Milonov si è reso noto per sue becere dichiarazioni omofobe (del tipo: “I gay andrebbe rinchiusi in gabbia e sterilizzati”), e ovviamente, da quando Putin ha invaso l’Ucraina, condivide le tesi più sguaiatamente ostili a Kyiv, dicendo ad esempio che i soldati di Zelensky vanno in battaglia sotto l’effetto delle anfetamine americane. Essendosi dunque segnalato per questi indiscutibili meriti, Milonov è diventato il referente dell’associazione “Veneto-Russia”, più volte ospitato in videoconferenza nei convegni organizzati dal sedicente ente diplomatico filoputiniano nella terra di Luca Zaia. Ebbene, a metà marzo Milonov ha accolto Comencini, deputato leghista dichiaratamente filorusso, nel Donbas, per un’iniziativa a favore dei disabili della regione.

 

Il resoconto che dell’incontro Milonov ha condiviso su VKontakte è questo: “Il deputato del Parlamento italiano, consigliere del sindaco di Verona, segretario del partito di governo Lega Nord, Vito Comencini, ha dichiarato di sostenere le ragioni del presidente russo nel condurre l’operazione speciale in Ucraina”. Ma in questo caso va segnalato come l’unica mistificazione, certamente non secondaria, riguardi la carica attribuita a Comencini, spacciato come leader di un partito del governo Draghi. Il pensiero di Comencini pare invece correttamente sintetizzato. E infatti una settimana più tardi, dopo una riunione del comitato “Veneto-Russia”, proprio Comenicni ribadirà quello stesso concetto: “L’intervento militare della Russia in Ucraina hdia rappresentato per Mosca l’extrema ratio per porre fine alle sofferenze inferte alla popolazione del Donbas”. Sembrava anche questa un’iniziativa grottesca. Ma per la propaganda di Putin, anche le baggianate diventano preziose

  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.