(foto Ansa)

la missiva

Guerini avverte Conte: "Sulle armi no alle strumentalizzazioni a fini elettorali"

Redazione

Il ministro della Difesa in una lettera alla Stampa: "Se vogliamo essere un attore credibile a livello internazionale dobbiamo rispettare gli impegni. Spero che il dibattito politico sia all'altezza"

Una lettera per spiegare qual è il senso degli investimenti italiani nella Difesa. E al contempo per mandare un messaggio preciso, soprattutto a Conte e ai Cinque stelle. Questa mattina il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha scritto alla Stampa. Un documento per cercare di decrittare quali saranno le prossime mosse del governo, nel mezzo della guerra in Ucraina. Ma soprattuto trovare una chiave storica per giustificare l'impegno di spesa del 2 per cento di pil nella Difesa, che tanto sta facendo tribolare la maggioranza a causa della contrarietà grillina. 

"Il confronto politico di queste ore si è soprattutto soffermato sulla questione degli impegni assunti nel 2014, al vertice in Galles, dai Paesi membri dell’Alleanza atlantica e quindi anche dall’Italia, sul raggiungimento dell’obiettivo del 2% del Pil per le spese della Difesa dei singoli Stati entro il 2024", scrive Guerini. "Impegno sottoscritto dall’allora governo italiano in carica e riaffermato da tutti i presidenti del Consiglio, nessuno escluso, negli anni seguenti nelle dichiarazioni formali conclusive sottoscritte alla fine di svariati summit e confermate anche a quello di Londra, nel dicembre 2019", ricorda il titolare della Difesa. Tirando la prima stoccata implicita: perché il senso è anche quello di ricordare che gli accordi di Londra furono firmati dall'allora premier Conte, che in queste ore tanto si sbraccia per cercare di mostrare all'esterno l'immagine di un partito antimilitarista. Ma perché è tanto importante portare a termine quell'impegno? E qui il ministro della Difesa spiega che "la credibilità di un Paese e, a mio giudizio, dei suoi leader, è un capitale fondamentale sul piano delle relazioni internazionali. Probabilmente il più importante. È un concetto che va tenuto bene a mente, anche quando rischia di scontrarsi con immediati interessi politici o elettorali". Eccola allora l'altra staffilata: gli interessi politici ed elettorali. Che sembrano proprio essere alla base del tentativo di riposizionamento contiano, alla vigilia del voto che lo dovrebbe incoronare di nuovo capo politico del M5s dopo la sospensione del tribunale di Napoli. 

Fatto sta che il ministro dem ha, se possibile, parole ancora più inequivoche quando ricorda che l'Italia debba mantenere "chiara la direzione di marcia che intende percorrere se vuole confermarsi un attore credibile ed affidabile nell’ambito delle relazioni internazionali e mostrarsi consapevole delle responsabilità che derivano dallo scenario internazionale nel quale ci troviamo". E poi addirittura con l'auspicio finale: "Sono certo che il confronto politico sarà all’altezza rifuggendo da tentazioni di piegare questioni tanto rilevanti, in un senso o nell’altro, a esigenze politiche o elettorali che, seppur comprensibili, rischiano di essere di corto respiro". Più chiaro di così?

Di più su questi argomenti: