L'avvocato Lorenzo Borrè (foto dal profilo Facebook)

l'intervista

Borrè: "Il M5s rivota sul nuovo statuto? Faremo invalidare anche quella votazione"

Luca Roberto

"Convocare gli iscritti prima che si sia espresso il tribunale di Napoli, da parte di Conte è una forzatura. Sussistono gli stessi errori giuridici e siamo pronti ad andare avanti con le carte bollate". Parla l'avvocato che ha fatto decadere il capo politico del Movimento

"Non possiamo rimanere appesi ai differenti pronunciamenti che possono venire da un tribunale. Per questa ragione faremo tabula rasa di quanto accaduto, torneremo dai nostri iscritti con una votazione che è stata già fissata il 10 e l'11 marzo". Lo si sapeva già, ma questa mattina Giuseppe Conte ha rincarato la dose Rtl 102.5. Appeso alla decisione del tribunale di Napoli sulla legittimità dell'elezione dei vertici Cinque stelle, che entro la prossima settimana dovrebbe emettere un verdetto definitivo, l'ex premier sta cercando di buttare la palla in tribuna, giocando d'anticipo su un giudizio che potrebbe essere la pietra tombale sulle proprie ambizioni di guidare il Movimento. Così fa di tutto per mostrarsi indifferente alle notizie provenienti dal collegio napoletano. Ne ha forse ben donde? "Non credo proprio, anzi. Siamo pronti a far invalidare anche questa nuova votazione. Se il tribunale ha accolto il nostro ricorso, evidentemente avevamo ragione", risponde al Foglio l'avvocato Lorenzo Borrè, che è parte in causa, il deus ex machina che ha provocato tutto questo surreale bailamme di sentenze e appelli e ricorsi.

"Sbagliare è umano, ma in questo caso perseverare sarebbe un suicidio. Abbiamo dei precedenti illustri. Nella nostra prima contestazione fatta nel 2017 allo statuto del Movimento Cinque stelle, quello originario del 2009 di Grillo e Casaleggio, avemmo ragione. E non a caso quell'infrastruttura organizzativa è stata rottamata nel giro di tre mesi". Intento profetico? Fatto sta che lo scenario che si para davanti non è meno ingarbugliato di quello di allora. "Conte e il direttivo contestano la decisione di Napoli sostenendo di essere venuti a conoscenza di un regolamento sullo Statuto solo nel febbraio 2022. E però hanno votato sullo stesso Statuto nel luglio 2021". Errori, secondo l'avvocato, di natura giuridica che sarebbero stati commessi anche nell'allestimento di questo nuova votazione. "Per dire, io che sono iscritto al M5s dal 2011 non ho ancora ricevuto alcuna convocazione per il 10 e 11 marzo. Vedete che elementi per invalidare anche quest'ulteriore forzatura da parte di Conte ce ne sarebbero eccome". L'ex premier vuole insomma dare l'immagine di un leader che poco si cruccia della formalizzazione del suo incarico. Ma se quest'ulteriore fuga in avanti producesse lo strapiombo definitivo nel pantano?

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