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EDITORIALI

Il garantismo di Salvini va in galera

Redazione

L’attacco alla Cartabia sul Dap rivela l’ipocrisia leghista sulla giustizia

Al mattino si alza garantista, e allora promuove insieme ai Radicali dei referendum che prevedono, tra l’altro, la limitazione al ricorso della carcerazione preventiva. Alla sera deve però essere percorso da un brivido, ricordarsi dei bei tempi felici in cui, insieme al compare Alfonso Bonafede, per gli amici Dj Fofò, occasionalmente ministro della Giustizia, faceva piazzate sulla pista di Ciampino per spernacchiare Cesare Battisti, e torna alla sua vecchia postura. E allora Matteo Salvini verga, con l’indignazione di rito, un comunicato contro la Guardasigilli, tornando a sposare su questo tema le posizioni del M5s:  “La Lega manifesta preoccupazione per la scelta del ministro Cartabia di indicare il dottor Carlo Renoldi  come nuovo capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”. E qual è, la ragione dello sgomento di Salvini? “Desta perplessità la scelta di affidare un incarico così delicato, anche per il messaggio che ne deriva, a chi ha assunto posizioni, anche pubblicamente, che hanno  sollevato un vespaio di polemiche nel fronte dell’Antimafia”.

Dunque è “il fronte dell’Antimafia”, questa astratta categoria dello spirito, a dover decretare promozioni e avanzi di carriera? Dava la stessa credibilità, Salvini, a questo “fronte”, quando denunciava le infiltrazioni mafiose nel Carroccio campano e laziale, quando additava le presunte vicinanze  tra esponenti della Lega calabrese e le ‘ndrine, quando sentenziava sui famigerati 49 milioni? E quale sarebbe, poi, la colpa di Renoldi, attuale consigliere della prima sezione penale della Cassazione?  Aver osato criticare l’applicazione del 41 bis. “Non si tratta di essere contro il 41 bis – ha detto il costituzionalista Valerio Onida in sua difesa – ma di coniugare, come vuole la Costituzione, la necessità di sicurezza con l'umanizzazione della detenzione”. Per il leader della Lega deve essere complicato, svegliarsi giustizialista o garantista a giorni alterni. Uno sforzo commovente. Almeno come quello di quei “liberali per Salvini” che ne celebrano a giorni alterni le svolte moderate.

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