Il caso

M5s, Conte accarezza il partito personale se Grillo gli impone il direttorio

Simone Canettieri

L'ex premier alle prese con le trattative con il Garante che gli impone il silenzio. Torna l'ipotesi dello strappo, ma è molto complicato: ecco perché

La scena non è inedita: Giuseppe Conte asserragliato nel suo studio con uno stuolo di legali, notai e Vito Crimi (il senatore, intercettato in scooter dal Tg1, alla domanda “chi guida il M5s” ha risposto: “Intanto io guido il motorino”). Eccoli, insomma. Tutti a spremersi le meningi sul da farsi. O meglio su cosa proporre a Beppe Grillo, tornato ancora una volta a dettare i tempi e  spazi. A consegnare il silenzio come all’epoca del sacro blog e soprattutto a frenare gli ardenti spiriti dell’ex premier. Conte e Crimi avevano detto che erano pronti a rimettere in votazione (con un quorum diverso) le due delibere bloccate dal tribunale di Napoli. Quelle che hanno sospeso il nuovo statuto e dunque l’elezione del neo presidente e delle altre cariche. Grillo ha battuto un colpo invitando l’ex premier “a non assumere iniziative azzardate”. Nella testa di Conte riaffiorano i fantasmi dello stallo e delle carte bollate. Ecco perché in molti, nella sua stretta cerchia, tornano a dirgli: “Fonda un partito, Giuseppe. Non usciremo mai da questo ginepraio”.


L’idea del partito di Conte è stata rilanciata dal Fatto. “Un contenitore nuovo più accogliente”. Gli ultras contiani assicurano che “tanti nel M5s lo vogliono e anche fuori: da Bersani a D’Alema passando per Bettini, tutti dicono a Giuseppe: vai, strappa, lanciati”. La suggestione è ciclica. Apparve alla fine del governo rossogiallo quando Palazzo Chigi cercava responsabili ed è spuntata fuori di nuovo la scorsa estate davanti alla crisi fra Conte e Grillo sullo statuto (e ci risiamo!). Il progetto presenta una serie di complicazioni:  i soldi, in primis. E dunque i fondi del nuovo partito.

E poi i gruppi parlamentari: quanti sarebbero pronti alla scissione? E ancora: al Senato l’ipotetico partito di Conte non avrebbe neanche il simbolo. E il governo? E Di Maio? “E’ molto complicata”, dice al Foglio un esponente di spicco del M5s. Certo l’alternativa non è che sia altrettanto agevole. L’avvocato dell’avvocato del popolo, Francesco Astone, assicura che “il primo marzo nel merito i giudici ci daranno ragione”.

Grillo e Conte a brevissimo si incontreranno.  Al momento i  rispettivi avvocati mettono sul piatto due prospettive diverse per uscire da questa situazione con un partito che al momento è privo anche di rappresentate legale. Quelli dell’ex comico vorrebbero che si rispettasse alla lettera l’ordinanza di Napoli: voto sulla piattaforma Rousseau di Casaleggio ed elezione di un direttorio a cinque. Conte la considera un’imboscata: a una gara del genere potrebbe candidarsi Virginia Raggi, ma anche Dino Giarrusso e chissà Luigi Di Maio.

Conte spinge per un’altra soluzione: ripristinare lo status quo. Grillo a sua volta teme richieste di risarcimenti. Adesso la prima mossa da fare è la nomina del nuovo collegio di garanzia. Ma intanto un altro dubbio assale Conte: c’è un complotto dei giudici? Dal suo staff ieri rilanciavano una coincidenza: il giudice di Napoli che ha azzerato tutto, Eduardo Savarese, è anche un collaboratore del Riformista, giornale mai tenero con i grillini. Quanto basta per far gridare l’ex premier al complotto. Accarezzando il sogno di mettersi in proprio.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.