(foto Ansa)

il retroscena

"Furboni". "Imboscata". Così il caso Belloni segna la rottura tra il Pd e Conte

Valerio Valentini

"Abbiamo capito che aria tirava e con Guerini abbiamo bloccato tutto", dice il ministro degli Esteri. E adesso quello tra i dem e l'ex premier rischia di essere un strappo difficile da ricucire

Al quarto piano di Montecitorio, Luigi Di Maio incrocia Beatrice Lorenzin. La deputata del Pd si complimenta col ministro degli Esteri: "E' andata bene così, dai. Il bis di Mattarella è un successo". Lui sospira, poi sorride. "Bene, si, sono contento, anche se si poteva fare un passo in più", aggiunge, forse alludendo a quella che è sempre stata sua prima ipotesi, e cioè l'elezione di Mario Draghi. Poteva forse andare meglio, insomma, ma di certo poteva andare peggio. "Specie dopo quello che stava per succedere ieri sera", dice Lorenzin. Il riferimento è al blitz tentato da Giuseppe Conte e Matteo Salvini su Elisabetta Belloni. "Giocavano sul fatto che io non ne sapessi niente", replica Di Maio. "Due furboni", prosegue, riferendosi al capo del M5s e al segretario della Lega. "Ma appena abbiamo capito l'aria che tirava - racconta il titolare della Farnesina - ci siamo sentiti con Guerini e abbiamo bloccato tutto".

Eccolo, il ministro della Difesa. Mezz'ora più tardi, un piano più giù, appena fuori dalla Sala del Mappamondo dove si è appena riunita l'assemblea del Pd. Cammina rilassato insieme ad Andrea Marcucci, che accenna una mezza smorfia: "Bene Mattarella, ma avremmo potuto provarci ancora, con Casini". Guerini ascolta, riflette. Poi risponde: "Avremmo potuto, forse, si. Ma guarda cosa abbiamo sventato. Abbiamo evitato di mettere la presidenza della Repubblica nelle mani di due personaggi in cerca d'autore trovati per strada", sibila il ministro. Manco a dirlo, si riferisce pure lui all'operazione Belloni, di cui poi spiega i dettagli a Marcucci. "C'hanno provato davvero, altroché". 

E insomma è questa, la macchia che rimane. La zeppa che la baruffa quirinalizia ha piantato nei rapporti tra Pd e M5s, e che il posarsi del polverone non sembra destinato a coprire. Anche Enrico Letta, sia pure con toni e modi più felpati, ha esternato la sua delusione, il suo sconcerto. Ma era sicuro che la candidatura del capo del Dis si sarebbe consumata "per autocombustione". Non per mancanza di prestigio del nome, ovviamente. Ma perché il segretario, che col capo del Dis era in contatto, sapeva bene che la Belloni avrebbe ritenuto la sua candidatura accettabile solo in caso di totale e unanime condivisione da parte del Parlamento. E il modo in cui il suo nome è stato gettato nel tritacarne delle trattative ieri sera ha rappresentato, più o meno consapevolmente, la sua condanna. Ed ecco la rottura che resta, tra Letta e Conte, lo strappo che non si ricucirà. Non prima, almeno, di aver chiarito un'altra anomalia di questa faccenda. E cioè che in più di una occasione, in questi giorni, al Nazareno si sono ritrovati a dover commentare agenzie e spin accreditati da presunte "fonti Pd" o fonti "di centrosinistra" e date alla stampa, però, dallo staff del presidente del M5s.

 

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Riceviamo e pubblichiamo: QUIRINALE: LORENZIN, 'FANTASIOSE RICOSTRUZIONI SU MIO COLLOQUIO CON DI MAIO' =  
       Roma, 29 gen. (Adnkronos) - "Fantasiosa ed ardita ricostruzione di un saluto di pochi secondi tra me e il Ministro di Maio... piovono polpette". Cosi Beatrice LORENZIN commenta il retroscena apparso su ilfoglio.it, in merito a una conversazione con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Confermiamo ogni cosa: eravamo fisicamente presenti all'incontro tra Di Maio e Lorenzin, e abbiamo riportato esattamente quel che abbiamo ascoltato. (val. val)

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.