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l'intervento

Il Pd ha o no una una politica energetica? Due domande a Letta

Umberto Minopoli

Senza energia “abbondante” e sempre “disponibile” la ripresa ristagna, l'economia va a rotoli, l'industria chiude e le bollette aumentano. Le rinnovabili vanno completate, integrate e accompagnate ad altre fonti, come gas e nucleare

Al direttore - Come iscritto al Pd  e componente della sua Assemblea, manifesto stupore e disappunto. Come si fa a dire: “Siamo contro il nucleare e il gas nella tassonomia”? E in un tweet. Ma quale politica energetica ha il Pd? Si è capito cos'è la tassonomia? E il problema gigantesco del futuro? Dovremo, caro segretario, caro Enrico Letta, trovare il modo per avere l'energia abbondante (una montagna gigantesca di miliardi di chilowattora)  e a basso costo che, per due secoli,  le fonti fossili hanno fornito. Con che cosa le sostituiremo?  La crisi energetica di oggi dovrebbe aprire gli occhi a un grande partito: senza energia “abbondante”, e sempre “disponibile”, la ripresa ristagna, l'economia va rotoli, l'industria chiude e i cittadini vedono salire alle stelle le fatture della luce e del gas. Opporsi alla proposta della CE, di includere nucleare e gas nella tassonomia, che sostiene gli investimenti verdi, è un azzardo. Ed è uno schiaffo alla decarbonizzazione.

 

Dire “tutto rinnovabili” significa raccontare una favola, in cui una persona ragionevole, colta e informata, come tu sei, non può credere. Sole e vento da sole non potranno mai bastare: richiedono molto suolo e forniscono energia intermittente. Chiedete ai tedeschi quali problemi crea avere solo vento  (e tanto carbone). Non basteranno le rinnovabili per  sostituire i fossili. Ci  servirà energia abbondante per non abbattere i nostri consumi e per consentirli a chi ne è privo. Per  puntare sulle rinnovabili occorre completarle, integrarle e  accompagnarle ad altre fonti di energia.  Se non si vuole  che la decarbonizzazione fallisca i suoi obiettivi. E, soprattutto, caro Enrico, non si deve fermare la ricerca energetica.

 

La tassonomia riguarda anche questo. Quella sul nucleare ci darà impianti sicuri, che durano 100 anni, piccoli ed economici, che non occupano grandi suoli, che integrano le rinnovabili, che producono elettricità, ma anche calore,  che servirà per usi non elettrici: scaldarci, fare idrogeno, alimentare l’industria dei materiali, desalinizzare l’acqua. La ricerca sul gas, invece, può portarci a usare il metano, che abbiamo in abbondanza, senza mettere in aria CO2. Fermare  la tassonomia, significa  fermare la ricerca sulle fonti di energia, poco o per nulla carboniche. Un delitto. Che prefigura povertà energetica. Caro Letta, ripensaci. Ti consiglio, fraternamente,  di utilizzare l’opportunità della  tassonomia europea per elevare, e non abbassare a slogan la politica energetica del Pd. E dei socialisti europei. E farlo, magari, negli organismi dirigenti, in modo collettivo, invece che con dichiarazioni estemporanee. 

 

Umberto Minopoli
Assemblea Nazionale Pd

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