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editoriali

500 miliardi di spunti per il nucleare

Redazione

Il commissario Breton fissa i giusti paletti della transizione senza ideologia

Il nucleare potrebbe attirare investimenti per 500 miliardi di euro da qui al 2050, se verrà confermato nella Tassonomia Ue delle attività eco-compatibili. Lo ha detto il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, in un’intervista al Journal du dimanche. Gli stati membri hanno tempo fino al 21 gennaio per inviare commenti sulla bozza di atto delegato relativo alla generazione elettrica da nucleare e gas naturale. Sull’atomo, in particolare, il documento recepisce le indicazioni tecniche del Joint Research Cente, che era stato interpellato proprio sul tema. Il sunto dell’analisi era che il nucleare è perfettamente compatibile con l’ambiente, purché sia gestito nel rispetto delle regole e in presenza di adeguati piani di gestione delle scorie e dei materiali contaminati. Breton, dunque, difende la scelta della Commissione e le dà una prospettiva non solo ambientale ma anche industriale: la transizione porterà “a una corsa agli investimenti tra le varie fonti energetiche”.

Per il commissario, “le sole energie rinnovabili dovranno mobilitare, ad esempio, 65 miliardi di euro di investimenti all’anno. E sarà necessario aggiungere altri 45 miliardi annui per acquisire ulteriori infrastrutture di rete”. Il nucleare oggi è la principale fonte di energia elettrica priva di emissioni nell’Ue. Il maggior produttore è la Francia – da cui proviene  Breton – che ne ha fatto il cardine della sua politica energetica. Proprio la Realpolitik ha indotto la Germania, storicamente antinuclearista, ad astenersi sulla Tassonomia, anche perché ha interesse alla pur modesta apertura al gas che essa contiene. Solo un manipolo di irriducibili guidati dall’Austria (e, in Italia, da Enrico Letta) restano contrari. Ma la loro opposizione è un’evidente dimostrazione che il clima, per molti, è  un pretesto per avanzare pretesi interessi nazionali o disegni ideologici.

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