Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (foto Ansa)

Il caso

Omicron in Cdm. Così anche i ministri finiscono in quarantena

Luca Roberto

Il titolare ai rapporti con il Parlamento D'Incà in isolamento con il Covid. Di Maio infettato a Natale ma già guarito. E ci sono ministri come la Messa ancora in attesa di fare il tampone

Un ministro degli Esteri come Luigi Di Maio appena guarito dal Covid. Il titolare ai rapporti con il Parlamento Federico D'Incà attualmente positivo e per questo in quarantena. Altri ministri in attesa di sottoporsi al tampone. E' il riflesso sulla politica italiana dell'avanzata sempre più sostenuta della variante Omicron nel nostro paese. Che porta i nuovi casi giornalieri (oggi sono stati 197.552 con 184 decessi) oramai stabilmente vicino alle 200mila unità (secondo il fisico Giorgio Sestili, osservando la curva del contagio la prossima settimana si potrebbe arrivare a 400mila contagi al giorno). Significa fare i conti con un rallentamento di alcune attività a causa della gestione delle quarantene. E questo chiaramente vale anche per i componenti della squadra del governo, che se colpiti dal virus sono costretti ad allontanarsi dal posto di lavoro in attesa di un test che ne certifichi la negativizzazione. 

Almeno questo è quanto successo al ministro Di Maio, che oggi si è scoperto essere stato colpito dal Covid durante le feste natalizie. Nelle ultime ore, hanno riferito membri del suo staff, si è sottoposto a un tampone che ha confermato la guarigione e gli permetterà di tornare a lavoro già domani. Dovrà ancora attendere, invece, Federico D'Incà, il ministro grillino che cura i Rapporti con il Parlamento. Qualche giorno fa è risultato positivo al Covid ed è attualmente in regime di quarantena. Impossibilitato a partecipare, quindi, alle riunioni dell'esecutivo (era assente già martedì, quando Draghi e la sua maggioranza hanno licenziato le nuove misure per contrastare la pandemia). Ma serpeggia il timore che il contagio possa aver preso piede anche in altri dicasteri, e che l'operatività del governo in qualche modo ne risenta. Il ministro dell'Università e della Ricerca Maria Cristina Messa ha fatto sapere al Foglio di doversi ancora sottoporre al tampone, a scopo precauzionale, dopo aver saputo di essere venuta a contatto con un positivo.

Queste insomma, per una politica che si barcamena tra l'elezione del nuovo capo dello stato e la necessità di garantire continuità tra gestione della pandemia ed erogazione dei fondi europei, sono settimane intense. Con un incidenza del casi più che doppia rispetto a soli 7 giorni fa, però, l'appresione diventa anche una questione personale sull'eventualità di riuscire a evitare il contagio. Che arriva sin dentro le stanze del governo

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