Mario Draghi (LaPresse)

la decisione del cdm

Sull'obbligo vaccinale per gli over 50 Draghi piega Salvini

Il provvedimento riguarderà tutti: anche chi non lavora. Respinta la dad per gli studenti

Simone Canettieri

Stretta del governo: caccia a 2,5 milioni di no vax. Ma la Lega vince la mediazione sul super green pass: per entrare in centri commerciali e uffici postali e bancari potrà bastare anche il tampone. Le nuove misure in vigore dal 15 febbraio saranno valide fino al 15 giugno

“Non è un compromesso politico, ma una decisione che riflette i dati sulle fasce d’età più a rischio. Non possiamo caricare ancora di più la pressione sugli ospedali”. Mario Draghi usa i numeri per placare la politica. A meno di tre settimane dal voto per il Quirinale, i veti dei partiti sulle norme anti Covid proposte da Palazzo Chigi diventano fantasmi che danzano sulla strada che separa l’ex banchiere dal Colle. Tuttavia alla fine passa la linea del premier, una prova di forza che piazza l’Italia fra i primi paesi in Europa a stringere ancora di più le maglie sanitarie contro il virus (in compagnia di Germania, Grecia, Austria). 

 

Prima la cabina di regia (senza Giancarlo Giorgetti per la Lega e Stefano Patuanelli per il M5s, sostituiti da Massimo Garavaglia e Fabiana Dadone), poi il Consiglio dei ministri (fra gli altri, collegati da remoto anche Federico D’Incà, risultato  positivo, e Luigi Di Maio, in quarantena). 

 

Per scardinare i paletti di Lega e M5s, ritornati ai tempi delle vecchie intese gialloverdi, parlano Franco Locatelli e Silvio Brusaferro, “i signor scienza” del Cts. Si decide la stretta vaccinale per tutti gli over 50 (platea no vax coinvolta: circa 2,5 milioni di persone, circa la metà dei non vaccinati con la prima dose in Italia). La Lega avrebbe voluto partire dagli over 60 per scendere poi in maniera graduale (“Un modo per permettere al mondo degli autotrasportatori e dei lavoratori edili no vax di non perdere il lavoro”, è stata la spiegazione del Carroccio). Fino all’ultimo Draghi, facendo sponda con il ministro Roberto Speranza, la truppa forzista e il Pd e Iv, ha provato a scendere fino alla soglia degli over 40.  

 

La vera mediazione però ha riguardato l’uso del super green pass per accedere a poste, banche, centri commerciali, centri estetici e parrucchieri. Non servirà il super green pass, ma basterà il certificato standard normale (vaccino o tampone): è passata dunque in questo caso la linea della Lega, pronta a non votare il decreto se la norma non fosse cambiata. Ma sono comunque dettagli, o quasi, in una giornata complicata per la maggioranza. Fatta di accelerazioni e brusche frenate (Draghi si sente al telefono anche con il suo predecessore grillino Giuseppe Conte). Dopo due ore, alle 20.43, termina il Cdm. L’obbligo vaccinale diventa legge per gli over 50 (l’obbligo vale fino al 15 giugno e i lavoratori pubblici e privati dovranno adeguarsi entro il 15 febbraio) Si torna a spingere, con una circolare congiunta dei ministri Orlando e Brunetta, sullo smart working. Sulla scuola resiste la volontà del presidente del Consiglio di non ritornare alla Dad. 

   

Il presidente Draghi ha aperto il consiglio dei ministri con questa premessa: "I provvedimenti di oggi vogliono preservare il buon funzionamento delle strutture ospedaliere e, allo stesso tempo, mantenere aperte le scuole e le attività economiche. Vogliamo frenare la crescita della curva dei contagi e spingere gli italiani che ancora non si sono vaccinati a farlo. Interveniamo in particolare sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione per ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite".

Di più su questi argomenti:
  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.