lo scontro interno

Continua la faida grillina sulla Rai. Battelli a Conte: "La scelta di non andare in tv? Vittimismo"

Redazione

Continua lo scollamento tra il leader 5 stelle e le sue truppe in Parlamento. Il portavoce alla Camera critica l'embargo dell'ex premier verso la tv pubblica, "un Aventino che nuoce solamente a chi lo applica". E promuove l'azione del governo Draghi, tanto da volerlo a Bruxelles

"L'aventino fa male solo a noi". Ogni volta che in natura si crea un vuoto, questo viene riempito e la regola non può che valere anche per la politica. Utilizza queste metafore il deputato del M5s Sergio Battelli, presidente della commissione Affari europei, per prendere le distanze dalla scelta di disertare le trasmissioni Rai imposta dal leader Giuseppe Conte ai parlamentari 5 stelle. Battelli rende pubblico il suo distinguo in un post sul suo profilo Instagram: “La scelta di non partecipare più alle trasmissioni targate Rai è legittima, ma affrettata. E ve lo dice uno che, a volte per scelta e altre per contingenza, in tv ci va ben poco”. E spiega il suo punto di vista: “In un mondo iperconnesso se abbandoni uno spazio comunicativo nessuno si strapperà le vesti perché ci sarà sempre qualcun altro che lo riempirà al tuo posto”.

 

 

La scelta dell’ex premier è maturata in seguito alle nomine dei nuovi direttori di rete e di testata della tv pubblica, presentate la scorsa settimana dall’ad Carlo Fuortes. A finire silurato nel valzer di conferme e avvicendamenti al vertice di viale Mazzini era stato l’ex direttore del Tg1 Giuseppe Carboni, considerato molto vicino all’avvocato di Voltuara Appula e sostituito dalla giornalista Monica Maggioni. Da qui la rabbia del leader, che in conferenza stampa aveva lamentato l’esclusione del suo partito e annunciato l’embargo dei suoi verso l’emittente

 

Un Aventino in minore che “nuoce esclusivamente a chi lo applica”, secondo Battelli. Di più, sintomo di “vittimismo” e di “una strategia comunicativa presa sull'onda emotiva, ma destinata a durare dalla sera alla mattina”. Battelli non è l’unico ad ad essersi espresso in modo critico rispetto al capo del suo partito: già a poche ore dalla decisione, infatti, diverse voci si erano levate dal gruppo parlamentare pentastellato per dissociarsi dalla decisione. E in un'intervista il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora aveva sconfessato Conte, definito “un leader debole che silenzia il dissenso”. 

 

Se di fronte ai microfoni dei cronisti, Conte chiedeva, in aperta polemica con Palazzo Chigi, “quale ruolo avesse giocato il governo” nella vicenda Rai, Battelli ribatte anche su questo punto: “L’Italia sta ripartendo e ha bisogno di stabilità, investimenti e sostegno, non risse tra palazzi. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi deve continuare il suo lavoro insieme alla squadra che ha creato”. Per spendere le risorse europee e ridare credibilità all’Italia. Con destinazione Quirinale 2022? Secondo il deputato, per lui meglio palazzo Berlaymont nel 2024. 

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