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lotte intestine

Crepe nell'emirato pugliese di Emiliano. Si dimette l'assessore-epidemiologo Lopalco

Michele De Feudis

L’accademico lascia la Sanità per dissensi politici con il governatore su nomine e gestione dell’assessorato. Ma ci sono altre fibrillazioni nel consiglio regionale. E anche l'ex ministro Bray prepara le valigie

Sulla scena politico-teatrale pugliese si registra una nuova  e inedita performance, quella dell’epidemiologo che fa saltare il banco e prova a emanciparsi dal “virus" del potere. “A me piace fare l’assessore. Prima facevo solo vita universitaria, tra laboratori, lezioni e provette. Adesso sono in trincea per affrontare l’emergenza covid nella mia terra. E mi invitano nei talk come nei salotti cittadini…”: il professor Pier Luigi Lopalco descriveva così solo un anno fa, nel foyer del Teatro AncheCinema di Bari, il suo salto dal mondo che definiva “radical-chic” dell’accademia - era docente di Igiene dell’Università di Pisa e adesso transiterà presso UniSalento - alla politica regionale come assessore alla Sanità  dell’emirato pugliese. Nelle ultime ore ha lanciato la spugna e rassegnato le dimissioni al governatore Michele Emiliano, dopo mesi di dissidi e incomprensioni (anche sulla somministrazione di un farmaco anti Sma a un bimbo), preannunciando che rimarrà in consiglio regionale, dove è stato eletto nella civica “Con” grazie a 14mila preferenze. La rottura politica tra Lopalco e Emiliano (che ha chiesto al prof. “di ripensarci” rinnovando “stima e affetto”) deflagra mentre la Regione sta programmando la somministrazione delle terze dosi e soprattutto mentre è in corso il riposizionamento modello Tetris dei manager della Sanità, veri satrapi levantini della “coalizione dei pugliesi”.

La nuova grana legata all’epidemiologo che lascia la giunta non è la sola nell’arcipelago in ebollizione del magistrato in aspettativa barese, che dalla presidenza regionale sul Lungomare Araldo Di Crollalanza, svolge da anni il ruolo di “dominus" incontrastato nel grande gioco politico del Tacco d’Italia (ha fatto praticamente cappotto in quasi tutti i comuni nell’ultima tornata amministrativa). Nel Palazzo di Via Giovanni Gentile l’ultimo caso ha riguardato Anna Grazia Maraschio, potente assessore all’Ambiente e all’Urbanistica: nominata in quota Nichi Vendola, aveva espresso una posizione ostile sull’approvazione del Piano Casa, coinvolgendo l’intera giunta. Ma il consiglio regionale ha ribaltato il tavolo approvando la proroga di un provvedimento che è vero ossigeno per il mondo edile del territorio.

Sullo sfondo c’è anche il probabile passo indietro dell’assessore regionale alla Cultura, Massimo Bray, apprezzatissimo ex ministro del governo presieduto da Enrico Letta: ha da tempo le valigie pronte per rientrare a Roma, alla Treccani. E si vocifera già il nome del sostituto: il consigliere regionale dem Carmelo Grassi, già presidente del Teatro Pubblico pugliese (la nomina configura un dispettuccio malizioso all’unico oppositore all’interno al centrosinistra, il liberal-riformista Fabiano Amati, che ha raccolto nelle urne “solo” quattro volte i voti del papabile assessore). La prossima defezione di Bray allargherà il solco tra il mondo intellettuale progressista e Emiliano: l’area della sinistra riflessiva, soprattutto barese (quella legata all’associazione La Giusta Causa) non ha mai amato il pragmatismo disinvolto del “caudillo”, tollerato solo per l’innegabile forza elettorale, certificata dalle vittorie conseguite in ogni competizione elettorale dal 2004 al 2020 (doppio successo come sindaco di Bari e due mandati come governatore).

La crisi dell’emirato emilianista è acuita anche dall’instabilità connessa ai recenti guai del Pd: il partito ha visto saltare il congresso regionale e quelli provinciali (e di circolo) per un ricorso presentato da due iscritti e una elettrice, a causa di una serie di forzature procedurali che avevano ridotto la base a spettatrice di una operazione oligarchica per indicare i nuovi vertici. Azzerata la carica di leader regionale per il deputato Marco Lacarra, “trait d’union” tra Emiliano e il sindaco di Bari, Antonio Decaro: tutto torna in discussione, con la minoranza interna che proverà a organizzarsi per sfidare l’attuale monopolio. Il cielo sopra Bari da qualche giorno, infine, è davvero più grigio del solito, e nuvole politiche si addensano sulla presidenza della Regione, postazione che Emiliano sta programmando di occupare ancora. Organizzandosi per il terzo mandato.

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