Michele Emiliano (foto Ansa)

Violate le regole statutarie

In Puglia saltano i congressi del Pd per il ricorso di tre iscritti. Tutto da rifare per Emiliano

Michele De Feudis

La commissione nazionale di garanzia ha accolto l’istanza promossa a difesa del pluralismo da tre militanti: nell’iter congressuale sono state violate le regole e così si azzerano tutte le nuove cariche frutto dell’investitura da parte del governatore Emiliano. Amati: “Ora Letta ci convochi”

In Puglia un vero crack dem. La cornice è quella del più classico tafazzismo. Il particolare raffigura un harakiri sul campo d’elezione delle cosiddette “sagre”, neoicona della partecipazione dal basso alle decisioni della politica secondo lo schema di Michele Emiliano. E la vicenda mostra, per l’eterogenesi dei fini, il funambolico governatore pugliese che perde l’equilibrio e cade sulla corda che egli stesso aveva teso. E il fragore della caduta assomiglia a quello di un terremoto nell’arcipelago dem. 

Ecco i fatti: il ricorso di Vincenzo, Nicola e Carmela, due iscritti e un elettore dem, ha fatto saltare gli schemi del Pd nell’emirato emilianista. La commissione nazionale di garanzia ha accolto l’istanza dei tre dissidenti che contestavano le modalità - difformi da quelle previste nello statuto - di partecipazione al congresso nazionale, facendo ritornare alla casella iniziale i giochi che avevano già decretato, con il placet di Michele Emiliano, tutte le cariche regionali e provinciali dei democratici. Il documento dell’organo congressuale dem - consultato dal Foglio - conferma l’azzeramento delle decisioni finora assunte compresa la conferma del segretario regionale uscente Marco Lacarra, e la nomina dei responsabili provinciali (tra cui il braccio destro di Emiliano, Domenico De Santis, solo per pochi giorni segretario della federazione di Bari). “Si delibera - è puntualizzato in politichese nel testo sottoscritto dai commissari -  in accoglimento del presente ricorso, l’annullamento di tutte le procedure dei congressi regionale, provinciali e di circolo del Pd Puglia, dalla data di approvazione del “Regolamento per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea regionale, dei Segretari e delle Assemblee provinciali e dei Segretari e Direttivi di Circolo” da parte dell’Assemblea regionale del Pd Puglia fino ad oggi”.  La decisione è stata votata da sette dei nove componenti, con la non partecipazione alla decisione dei due pugliesi emilianisti, Fabrizio Ferrante (ex renziano) e Loredana Capone: i due hanno considerato “intempestiva” l’istanza presentata dai ricorrenti e hanno scelto di non esprimersi. Ora la nota è già stata inviata al segretario nazionale Enrico Letta “per gli eventuali provvedimenti di sua competenza”. 

 

L’autogol nella terra delle sagre emilianiste

Nel territorio in cui Emiliano aveva fatto diventare una religione civile la partecipazione dal basso, al punto da istituire le “sagre” del programma per le elezioni, si certifica invece una procedura “oligarchica” per il congresso (tra i vulnus ci sono regolamenti pubblicati in ritardo e il tesseramento chiuso illegittimamente): tutti gli accordi per comporre il puzzle delle segreterie - regionale e delle sei province - sono cancellati in un baleno e ora in tempi brevi bisognerà nominare i commissari per ripristinare la normale dialettica interna

Tafazzismo dem

L’evoluzione del ricorso ha anche alcuni tratti beffardi: i tre contestatori hanno evidenziato come lo stesso segretario regionale Marco Lacarra, in una intervista ad un quotidiano locale, abbia dichiarato testualmente di aver raccolto migliaia di firme a sostegno della sua candidatura, mentre per il regolamento potevano essere al massimo 600, in modo da favorire una eventuale pluralità di candidature. Il parlamentare barese, asserendo di aver fatto incetta di sottoscrizioni, ha configurato un autogol surreale… Fabiano Amati, consigliere regionale dem ed esponente dell’ala liberal-riformista, commenta con amarezza il disastro congressuale, denunciando la deriva verticistica: “La commissione di garanzia ha detto che nel Pd pugliese non c’è stata partecipazione e che si era sordi a ogni domanda di vitalità”. “Insomma - prosegue il presidente della commissione Bilancio della Regione Puglia - si tratta di un partito bloccato per garantirsi i posti bloccati nelle liste elettorali, cioè la vera emergenza democratica italiana, con varie sudditanze al posizionamento politico funzionale a Emiliano. Non ci si accorge che organizzare una corte non aiuta il governatore a fare bene il suo lavoro, ovvero dare risposte ai bisogni veri dei pugliesi: liste d’attesa, ospedali nuovi, Xylella, diagnosi per le malattie rare”. Da qui la conclusione di Amati: “Spero che a questo punto Enrico Letta voglia convocarci e decidere anche con noi e con i sindaci, a partire da Antonio Decaro, come rianimare e dare vitalità a un partito che ne ha bisogno, considerato pure che alle elezioni politiche - cioè quando si misura il voto di opinione - in Puglia non abbiamo mai avuto il piacere di vincere”.

Letta, intanto, ha già provveduto a nominare un commissario ad acta per sbrigare le nuove procedure congressuali in Puglia: il prescelto è Riccardo Tramontana, funzionario del partito. I congressi regionali, provinciali e di circolo dovranno tenersi in ogni caso entro il 31 gennaio del 2022 (restano in carica fino alle nuove assise sia il regionale che i provinciali).

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