(foto Ansa)

Il caso

Quirinale, Draghi, G20 e tv: la trincea M5s tra Di Maio e Conte

Luca Roberto

Il ministro manda una serie di messaggi all'ex premier: "Chi vuole elezioni anticipate vuole bloccare la ripresa del paese. Non chiedo il permesso per andare in tv. Accordo sul clima insoddisfacente? Abbiamo fatto cose concrete"

Si sa che il succo dei fatti spesso si nasconde tra le righe. E così leggendo l'intervista di Luigi Di Maio alla Stampa bisogna saper dare un significato a certe risposte più che ad altre. Per cercare di captare quel che si muove nel sottosuolo dei rapporti politici. In particolare tra il ministro degli Esteri e il capo politico del Movimento Giuseppe Conte. Che tanto si danna, in questa fase, per dare un'identità e smarcarsi dall'azione del governo. Lo ha fatto, per esempio, Conte quando commentando l'esito del G20 ha detto che l'accordo raggiunto sul clima "è insoddisfacente". Risposta di Di Maio: "Siamo andati oltre il bla bla bla. Abbiamo fatto cose concrete". E giù di risultati raggiunti nel summit internazionale: "Mi limito a citare l'accordo tra Europa e Stati Uniti per l'eliminazione dei dazi sull'acciaio e sull'alluminio o lo stop ai finanziamenti pubblici per le centrali a carbone". Della serie, altro che chiacchiere, come aveva lasciato intuire l'ex presidente del Consiglio ospite di Lucia Annunziata.

Che poi è proprio sul confronto con Draghi che Di Maio ha cercato di essere quanto più ecumenico possibile. "Sono due premier eccellenti". Salvo poi specificare, riferendosi a Draghi, che "è impossibile non vedere con quanta autorevolezza il presidente del Consiglio porta avanti i negoziati internazionali". Altra staffilata sulle ospitate televisive. L'editto della coppia Conte-Casalino ha imposto che nelle trasmissioni ci vadano solo lui e i cinque vicepresidenti del Movimento cinque stelle. Volete sapere cosa ne pensa Di Maio a riguardo? "Sto andando in tv adesso", risponde alla domanda se debba chiedere il permesso. Lasciando intuire che no, proprio non si pone il problema. 

Ma è sull'ipotesi di elezione di Draghi al Quirinale, sì da spalancare la porta a ipotesi di elezioni anticipate, che il ministro degli Esteri ha sganciato il messaggio più eloquente. Non deve essere passato inosservato il lavorìo che il presidente del M5s e il segretario del Pd Letta stanno portando avanti per favorire questo scenario, dopo il pranzo di un paio di giorni fa, "Tornare al voto vorrebbe dire bloccare la ripresa del paese, nel momento in cui dobbiamo gestire i fondi del Pnrr e concludere la campagna vaccinale. Sarebbe semplicemente sbagliato". Si rivolgeva alla destra. Ma l'epistola aveva anche un altro destinatario. Ed era interno al suo stesso partito. 

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