Wow! Un grillino dice la verità sul non inquinamento di Taranto. E tutti gli altri?

Annarita Digiorgio

Taranto è la città più controllata d’Italia per quanto riguarda la qualità dell'aria. Basterebbe leggere i dati dell’Osservatorio ambientale, cui partecipano ministero dell’Ambiente, Arpa, regione Puglia, comune e provincia. L'ultimo a convincersene è stato un parlamentare 5 stelle

L’onorevole Gianpaolo Cassese è uno dei magnifici 5 parlamentari grillini eletti nel 2018 quando a Taranto i 5 stelle superano il 50 per cento. Da allora il movimento è cambiato e con la nuova svolta contiana i pasdaran della decrescita, grillini della prima ora, luddisti e No vax, sono fuoriusciti. A Taranto, città insieme a Melendugno in cui il tradimento è stato più evidente, di 5 stelle ne sono rimasti solo due: il più conosciuto è il senatore Mario Turco, che senza essersi mai distinto in precedenza, fu scelto direttamente da Conte come sottosegretario alla presidenza del Consiglio. L’altro è l’onorevole Gianpaolo Cassese, noto ai lettori del Foglio per il conflitto di interessi sulle uova: diversi i suoi emendamenti a tutela della filiera di cui è grande produttore nella sua masseria di Grottaglie. Cassese è più vicino a Di Maio, non a caso fu lui a nominare durante il mandato al Mise l’avvocato grottagliese Antonio Lupo commissario straordinario di Ilva.

 

Durante la domenica del ballottaggio, pubblicando sulla sua pagina Facebook una classifica del Sole 24 ore sulle città inquinate, l’onorevole Cassese ha commentato: “I dati sfatano uno dei luoghi comuni dell’ambientalismo, cioè Taranto come una delle città più inquinate. Al contrario, tra le città Taranto spicca per la qualità dell’aria invidiabile”.  La cosa incredibile è che ciò che dice l’onorevole Cassese è vero, anche se fa strano sentirlo dire da un cinque stelle. A dire il vero fa strano sentirlo dire da chiunque, a parte le uniche istituzioni preposte al controllo della qualità dell’aria e degli inquinanti (Arpa, Asl, Ispra) che lo scrivono costantemente dal 2012, in documenti che però vengono regolarmente ignorati, vuoi per la loro complessità di lettura, vuoi per il contenuto che smonta anni di costruzione mediatica su morti e malati (non poteva mancare la fiction con Sabrina Ferilli sui bambini). 


L’ultimo in ordine di tempo è stata la replica dello scorso 5 luglio inviata dal nostro governo al Consiglio d’Europa, istituzione chiamata a vigilare sull’esecuzione della sentenza Cedu del 24 gennaio 2019. In quella nota il governo italiano ha ribadito che sulla base dei dati disponibili resi pubblici da Arpa Puglia non sono attualmente accertate criticità circa lo stato della qualità dell’aria nella città di Taranto. Inoltre ha segnalato che le proroghe concesse sull’attuazione delle prescrizioni Aia non hanno effetti ambientali significativi, tenuto conto anche del fatto che rientrano nel quadro normativo dell’anno 2017 che limita il livello di produzione dell’impianto a 6 milioni di tonnellate di acciaio contro una capacità nominale di oltre 11 milioni di t/a di acciaio, e che nel 2020 non si sono verificate criticità significative. Del resto non a 6 (limite consentito) ma neppure a 4 milioni di tonnellate di acciaio l’anno è ferma oggi la produzione dello stabilimento di Taranto. Lo aveva detto anche il Consiglio di stato un mese prima rigettando l’ordinanza di spegnimento emessa dal sindaco, e prima ancora la Corte costituzionale e decine di altre sentenze. 


Non a caso infatti, come nella classifica citata dall’onorevole Cassese, Taranto non compare mai neppure nella classifica annuale sulle città inquinate pubblicata da Legambiente. Ovviamente rispetto a queste evidenze chi da anni vive di questa narrazione dice che le centraline non funzionano, che Arpa è venduta, che non sono questi i dati da considerare. Non solo Taranto è la città con più centraline di controllo in assoluto (imposte dai decreti Renzi), che costantemente vengono certificate da enti terzi, e sono le stesse che hanno portato al processo “Ambiente svenduto”. Taranto è davvero la città più controllata d’Italia, basterebbe leggere i dati dell’Osservatorio ambientale (cui partecipano il ministero dell’Ambiente, Arpa, regione Puglia, comune e provincia di Taranto) che si riunisce ogni tre mesi analizzando dati, emissioni, e avanzamento del piano ambientale. Una documentazione infinita che forse proprio per la complessità, o per la verità che rompe la narrazione, non legge nessuno. Oggi finalmente l’ha letta, e capita, l’onorevole 5 stelle Gianpaolo Cassese. Gli altri?

Di più su questi argomenti: