(foto d'archivio Ansa)

editoriali

Occasione persa dal Pd contro la gogna

Redazione

Lo strano gioco del Pd sull’emendamento contro il processo mediatico

E’ nuovamente saltato il voto in commissione Giustizia della Camera sul parere allo schema di decreto legislativo del governo che recepisce la direttiva europea sulla presunzione di innocenza. La normativa europea impone agli stati di adottare misure necessarie a garantire che, fino a quando la colpevolezza di un indagato o di un imputato non sia stata legalmente provata, le dichiarazioni rilasciate dalle autorità pubbliche non presentino la persona come colpevole. La direttiva fa riferimento all’importanza di evitare la spettacolarizzazione delle inchieste e la gogna mediatico-giudiziaria nei confronti degli indagati. Il decreto legislativo elaborato dal governo recepisce queste indicazioni, prevedendo ad esempio l’obbligo dei pm di comunicare con la stampa attraverso comunicati ufficiali e solo “in circostanze eccezionali” tramite conferenze stampa, così come il divieto di usare vocaboli nelle inchieste che inducono a considerare l’indagato come già colpevole.

Il parere favorevole predisposto dal deputato Enrico Costa (Azione) rafforza il testo elaborato dal governo, avanzando alcune proposte di buon senso, come l’esclusione di conferenze stampa da parte dei pm (con il ricorso soltanto ai comunicati stampa), l’eliminazione nei comunicati delle procure dei nomi dei pm che conducono le inchieste (così da evitare che quest’ultime si trasformino in un palcoscenico mediatico per i magistrati) e la previsione che nella commisurazione della pena e nella concessione delle attenuanti non possano essere tratte conseguenze dal silenzio dell’imputato. Su queste proposte la maggioranza si è spaccata. A favore del parere predisposto da Costa si sono dichiarati i partiti di centrodestra, Italia viva e il gruppo misto, mentre il M5s si è schierato contro. Di fronte a questo bivio, il Pd ha pensato bene di unirsi ai grillini, proponendo di dare un parere favorevole secco, ma senza altre osservazioni. Il voto è stato  rinviato di una settimana. Un’occasione persa, per i dem, per schierarsi contro la gogna e dalla parte dei princìpi costituzionali.

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