Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia (LaPresse)

Dopo lo strappo

"Ma quale aumento delle tasse? Salvini si fidi di Draghi". Parla Cattaneo (FI)

Ruggiero Montenegro

Il deputato e responsabile dipartimenti forzista manda un messaggio al Carroccio: "Se si alzano le imposte, usciamo dalla maggioranza. Ma questa legge delega è vicina ai nostri valori. Lega di lotta e noi di governo. Le elezioni? Il centrodestra esiste e vince se Forza Italia traina"

Gli italiani, e Matteo Salvini, stiano tranquilli: “Le tasse non aumenteranno. Assolutamente no. Perché, diversamente, se solo ci fosse l'intenzione di aumentare anche di un euro le imposte, non solo non saremmo in Cabina di regia, ma nemmeno più al governo. In questo senso noi siamo una polizza per i cittadini”. All'indomani dell'approvazione della Legge delega sulla riforma fiscale, Alessandro Cattaneo, deputato e Responsabile dipartimenti di Forza Italia, fa il punto della situazione, assicura il pieno sostegno a un provvedimento che “ha un'impostazione molto vicina ai nostri valori” e spiega al Foglio che “non ci saranno nuove imposte sul patrimonio degli italiani, né sul costo del lavoro, sull'Irpef e sulle imprese. E poi, come ha detto Draghi, questo è il momento di dare e non di prendere. Noi ci fidiamo. È il momento di una riforma pensata per la crescita".

 

Un messaggio, o forse una rassicurazione, anche per gli alleati leghisti che proprio ieri su questo tema hanno alzato le barricate. Una postura che, a sentire Cattaneo, pare più un gioco di strategia: “Salvini è sulle stesse nostre posizioni. Hanno ritenuto di fare questo gesto, legittimo dal loro punto di vista”. Mentre Forza Italia preferisce un altro approccio, più pragmatico: “Per le stesse motivazioni, abbiamo lavorato dall'interno e lavoriamo ogni giorno per scrivere i decreti e le leggi sul fisco nel migliore dei modi”.

 

Insomma si tratta soltanto di una differenza di metodo? “Il centrodestra non è una caserma. Siamo a lavoro, magari con modalità diverse”, sottolinea l'ex sindaco di Pavia, con una distinzione: “Salvini è più di lotta e noi siamo più di governo, è nel nostro Dna. Sentiamo la responsabilità delle decisioni. Siamo nella maggioranza per difendere i nostri valori”. Il rischio però è che l'atteggiamento del Carroccio possa finire in qualche modo per limitare anche l'azione dello stesso governo.

 

Senza contare che lo strappo sulla legge delega ha fatto riemergere ancora una volta la spaccature tra le due Leghe, quella di Salvini e quella di Giorgetti, considerato vicino al premier. Da che parte sta l'esponente forzista? Cattaneo ride. “Non giudico in casa d'altri, mi interessa una Lega in salute, un centrodestra in salute”, dice con il fare democristiano di chi non vuole metter becco nelle grane altrui: “La Lega resta il partito più antico tra quelli che siedono in Parlamento, i suoi sapranno sicuramente quali sono le scelte migliori. C'è un segretario che stimo, c'è un ministro Giancarlo Giorgetti, che stimo. Ognuno ha le sue dinamiche”.

 

E però sono dinamiche che finiscono per riguardare l'intera coalizione, con ricadute anche elettorali e risultati spesso al di sotto delle aspettative. “Noi l'abbiamo detto nei commenti subito dopo le elezioni: il centrodestra esiste e vince se Forza Italia traina, quando il partito ricopre una posizione baricentrica", dice ancora Cattaneo. Il riferimento non può che essere alla Calabria. “E questo è un fatto che interroga la coalizione, e anche un po' Forza Italia”.

 

Con quali risposte? È apparso chiaro a tutti che qualcosa è andato storto, a partire dalla scelta dei candidati, che si sono rivelati in più occasioni sconnessi dai territori che volevano governare o poco rappresentativi della proposta politica. “Credo che gli aspetti principali di cui tener conto siano due”, ragiona il deputato, che rivendica ancora il ruolo centrale del partito di Berlusconi e una maggiora capacità di selezione, perché “quando i candidati sono di Forza Italia, c'è una performance migliore di tutta la coalizione. Poi c'è un altro tema. In questa tornata sembrava che il civismo fosse buono per definizione, mentre la politica fosse cattiva e da nascondere”. E invece si è verificato l'opposto. “Forse è una caratteristica dell'èra Draghi, questo non è il tempo del civismo o della politica tout court, ma è la stagione della competenza, dell'affidabilità e della credibilità, ovunque esse si trovino”, è l'interpretazione ultima di Cattaneo. “Forza Italia ha trovato queste caratteristiche in personalità politiche, per questo è stata riconosciuta e premiata”. Vedi l'elezione di Occhiuto, capogruppo forzista alla Camera.