Unica consolazione

A destra vince il centro (e il Cav.). La Calabria va al forzista Occhiuto

Marianna Rizzini

In una giornata negativa per Salvini e Meloni, il candidato di Forza Italia raccoglie il testimone della compianta Iole Santelli e dà forza ai moderati. Le lodi di Tajani, Carfagna e Gelmini 

Per il centrodestra non è una bella giornata. A Milano il risultato è pessimo, a Napoli e Bologna non c’è stata partita. A Torino si profila il ballottaggio ma senza grandi aspettative. Roma è di leggera consolazione, vista l’affermazione di Enrico Michetti, ma la partita con il centrosinistra è ancora aperta. E allora a destra si guarda a Trieste, dove si intravede l’affermazione del sindaco uscente Dipiazza, ma soprattutto si  guarda alla vera “unica consolazione”: la Calabria.

 

Elezioni Calabria, la destra che vince è quella di centro

 

Una regione già governata dalla compianta Iole Santelli. Regione dove il candidato del centrodestra e capogruppo di Forza Italia alla Camera Roberto Occhiuto ha ottenuto quella che lui stesso ha definito “vittoria al di sopra delle aspettative” (a spoglio non ancora ultimato, superava il 53 per cento). “Voglio una regione piena di opportunità”, ha detto Occhiuto prima che iniziassero i festeggiamenti dei sostenitori nell’hotel di Lamezia Terme allestito per l’occasione. E ha parlato di fiducia persa e da riprendere, il governatore appena eletto: “Chiederemo di riconquistarla, questa fiducia, che è naturale non si abbia perché i calabresi non possono curarsi in Calabria, in alcune abitazioni non c’è acqua, c’è un problema di rifiuti. Abbiamo stavolta le risorse del Pnrr per risolvere i problemi e fare grandi iniziative che facciano di questa regione una regione straordinaria. Sono nato in Calabria, sono stato giovane anche io e mi ha regalato tante opportunità. Ecco, io sono impegnato a fare in modo che la Calabria diventi una regione piena di opportunità e i giovani possano decidere liberamente se rimanere o andare fuori”. E insomma, a urne appena chiuse, l’eccezione calabra rincuora un centrodestra che si guarda allo specchio e si vede altrove diviso come in Calabria non è stato, tanto più che erano divisi gli altri. Seconda è arrivata infatti Amalia Bruni, candidata del centrosinistra e del M5s. Terzo l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. E, al di là della parabola dello stesso Occhiuto – che nel 2013 aveva abbandonato Forza Italia per poi rientrarci – il risultato premia i moderati del centrodestra (FI in Calabria è davanti agli altri partiti), dando altro pane per il rimuginare di Matteo Salvini (che a sera rifletteva pubblicamente sui “candidati scelti tardi”). E c’era chi si domandava come mai non avesse contribuito, a dare una possibilità a De Magistris, rimasto fuori dal Consiglio regionale, la triste vicenda giudiziaria che ha visto protagonista l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, candidato con l’ex sindaco di Napoli. Ma c’era anche chi rifletteva sul sistema elettorale regionale, che impedisce il voto disgiunto.

 

Perché la Calabria è una vittoria di Berlusconi 

 

Fatto sta che l’“unica vera consolazione” si tramutava, a sera, in unico vero avvio di discussione, seppure sottotraccia, vista la gravità del momento (vedi débâcle milanese), sul cosiddetto “cantiere dei moderati” del centrodestra, quello che in teoria doveva prendere slancio dall’esperienza nel governo Draghi: ennesimo pane per il rimuginare di Salvini. Anche perché andavano intanto in scena, in serata, molte dimostrazioni di orgoglio azzurro. Gioiva infatti, da Forza Italia, il coordinatore nazionale Antonio Tajani, anche plaudendo a Silvio Berlusconi per la scelta del candidato: “Occhiuto è il nostro orgoglio”, diceva. E come lui gioiva il ministro per il Sud Mara Carfagna (“congratulazioni a Occhiuto, lavoriamo insieme a un Sud competitivo”) e il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini (“che vittoria”, scriveva su Twitter). Intanto, dal quartier generale del nuovo governatore, si ricordavano le parole espresse da Occhiuto qualche settimana fa, nel pieno della campagna elettorale: “La mia candidatura è stata interpretata come autorevole, ho molte liste radicate sul territorio. Dicono che vinceremo perché il centrosinistra è diviso, ma lo è non solo qui, basti pensare a Roma. Eppure qui tutti pensano che il centrodestra possa prevalere perché ha una classe dirigente credibile”. E insomma sotto accusa ieri è finita anche la fissazione salviniana per il “civico”, uomo non partitico che il leader della Lega si era sforzato di trovare a Milano, mentre a Reggio Calabria proprio l’uomo partitico è stato la chiave di volta.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.