Mario Draghi

Il governo del dopo amministrative

Draghi post elezioni. La prima cabina di regia del Pnrr sarà dedicata all'istruzione

“I compiti difficili lo stuzzicano. Sul Pnrr c'è la sua firma. Se la sera del 4 ottobre i partiti alzeranno la voce non ci sarà nessuna difficoltà. Resta se può fare le cose"

Carmelo Caruso

Le elezioni non turbano Draghi. La riforma del catasto sarà un lavoro lungo e non inciderà sulle tasse. La prima riunione per spendere i fondi europei avrà come protagonisti i ministri Bianchi e Messa. Si va avanti anche se i partiti scalciano

La differenza tra chi deve fare campagna elettorale e chi non deve fare campagna elettorale è questa. Chi deve fare campagna elettorale ripete in piazza, “bloccheremo qualsiasi riforma del catasto che aumenterà le tasse”, vaticina il grande prelievo, la tassazione crudeltà. Chi non deve fare campagna elettorale prova a spiegare cosa è una riforma del catasto. E’ un processo lunghissimo, ci vorranno almeno tre anni. Chi non deve farla, prova a raccontare che si tratta di un’operazione di revisione, di aggiornamento, un lavoro intenso di matematica e di topografia. Mario Draghi non deve fare campagna elettorale. Perché questa introduzione? Non è un modo per sfuggire all’argomento. E’ solo un modo per raccontare che i partiti, e si intende la Lega, FdI, in queste ultime ore che precedono le amministrative, provano ad aggirare la loro crisi di credibilità afferrando la bandiera della casa. Le cose non stanno così. Il premier quello che aveva da dire l’ha detto: “Le tasse non aumenteranno”. Questa settimana è previsto dunque un Cdm, giovedì, e l’intenzione è portare la delega fiscale. Ma la notizia è che nello stesso giorno potrebbe tenersi la prima cabina di regia, la prima sul Pnrr e che il tema sarà l’educazione, l’istruzione. E’ la prima cabina dedicata interamente al Pnrr e sarà anche l’occasione per capire come funziona.


Sarà la prima di un piano cadenzato. La seconda dovrebbe mettere a fuoco il grande tema delle infrastrutture e della mobilità. La terza è ancora troppo presto per essere raccontata. A Palazzo Chigi sono attesi  i ministri con  i loro rispettivi capi di gabinetto. Si entra, spiegano i tecnici di Palazzo Chigi, nell’ora del “dettaglio”. In questa prima cabina, i titolari dei dicasteri devono dimostrare di avere raggiunto i target richiesti. Non è l’esame per consegnare le pagelle.

 

E’ un momento che servirà prima di tutto a loro, ai ministri. Servirà a capire se si sta procedendo con celerità, se si sta rispettando il cronoprogramma, e servirà a mantenere l’andatura e poter confermare ancora che come ha detto pochi giorni fa Draghi: “Questo governo non ha mai mancato un appuntamento”. I ministri devono illustrare quali sono le strozzature, i problemi che arrestano la macchina e come intendano risolverli. Si è ad esempio notato che un nodo è rappresentato dalle cosiddette norme abilitanti. Si interverrà. Nella prima cabina di regia del Pnrr i protagonisti saranno dunque i ministri dell’Istruzione, Patrizio Bianchi e la ministra dell’Università, Cristina Messa.

 

Sono obiettivi, quelli dei loro ministeri, che devono essere raggiunti entro il 31 dicembre e secondo il programma servono a costruire nuove legislazioni. Dagli alloggi per studenti fino alle lauree abilitanti. Nella cabina si affronterà il grande tema dell’educazione. Nell’ultima conferenza, Draghi ha infatti elogiato il lavoro del ministero guidato da Bianchi. I dati sui contagi sono buoni e non c’è stata l’impennata che si temeva, quella registrata l’anno scorso. Ancora un esempio. Il Veneto di Luca Zaia ha spiegato con parole magnifiche che “comunque la si pensi, la vaccinazione ha cambiato il corso della storia del coronavirus”. E adesso, Draghi. Il  risultato delle elezioni non lo tocca. Si è già detto. Ma qualcosa in più. Il non detto lo dice un suo caro amico: “I compiti difficili lo stuzzicano. Sul Pnrr c’è la sua firma. Se la sera del 4 ottobre i partiti alzeranno la voce non ci sarà nessuna difficoltà. Resta se può fare le cose. Le cose per cui è stato chiamato”. Il vero piacere non è cercare il consenso, ma averlo senza dover per forza piacere.  

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio