Il sottosegretario leghista Gian Marco Centinaio (LaPresse)

L'intervista

Centinaio: “La Lega è per il green pass, chi fa il fenomeno è fuori”

Annalisa Chirico

 “La linea la dà Salvini. Non è possibile che certe persone facciano i comodi loro”. Parla il sottosegretario leghista

Dentro la Lega qualcuno fa il fenomeno scordandosi che, se è in Parlamento, lo deve soltanto a Matteo Salvini”, ringhia il sottosegretario all’Agricoltura Gian Marco Centinaio, leghista della prima ora, in questa conversazione con il Foglio. “La Lega non è più il partito piccolo piccolo, confinato al nord, dove Bossi comandava e tutti eseguivano. Oggi siamo un partito grosso, Salvini ha impresso un metodo e una visione diversa, ha modernizzato il movimento facendoci raggiungere percentuali mai viste prima”. Autocritica zero? “Non abbiamo fatto tutto bene ma faremo meglio. La posizione favorevole al green pass andava espressa prima, con maggiore forza, per evitare i fraintendimenti e le fughe in avanti di qualcuno”.

 

Ce l’ha con chi scende in piazza con i no vax? “Dico che quando il segretario detta la linea tutti dobbiamo rispettarla. Ognuno è libero di coltivare le proprie idee, non siamo una caserma, ma dobbiamo fare sintesi e mandare all’esterno un messaggio chiaro e univoco, sennò i cittadini restano spiazzati”. Lei diceva che potevate fare meglio... “Siamo stati un po’ attendisti, così si è generata confusione. Certi personaggi hanno preso il sopravvento... Questa Donato, andava fermata prima”. Lei si riferisce all’europarlamentare Francesca Donato che citava slogan nazisti contro il vaccino. “Adesso si è tirata fuori, ma dovevamo prendere prima un provvedimento nei suoi confronti. Non è possibile che certe persone arrivino e usino il partito come fosse casa loro. Noi non siamo quella roba lì”. Siete un “partito grosso”, ha detto. “Un partito grosso, sì. Se qualcuno ha nostalgia della ‘Lega nord’ dove Bossi comandava e tutti eseguivano, può presentare una mozione al prossimo congresso. Gli iscritti voteranno e vincerà chi prende un voto in più”.

 

La Lega di oggi aspira a diventare un contenitore come il Partito repubblicano Usa dove convivono statalisti e libertari, abortisti e antiabortisti etc? “Il modello è quello, un contenitore vasto con sensibilità diverse ma la capacità di fare sintesi. Dobbiamo evitare le guerre di religione. Lei pensi alla Cdu tedesca: c’è la Cdu bavarese con una connotazione più territoriale rispetto al movimento nazionale che ha una visione abbastanza Berlino-centrica. Le due organizzazioni non si fanno la guerra ma remano nella medesima direzione”. La presunta spaccatura tra Salvini e Giancarlo Giorgetti è sovradimensionata? “Io vedo un asse solido tra Salvini e Giorgetti che, insieme ai governatori Fontana, Zaia e Fedriga, hanno dettato la linea sul green pass. I nostri presidenti di regione vogliono dimostrare ai cittadini che la Lega è in grado di governare e di governare bene. Il movimento che guida il paese e alcune delle sue regioni più importanti deve dare prova di responsabilità. Abbiamo una visione, dobbiamo avere anche l’autorevolezza e una classe dirigente all’altezza”.

 

Salvini ha ribadito che i congressi partiranno dopo le amministrative. “Lo aveva già detto. Chi coltiva malessere forse non parla con il segretario o è in malafede. I congressi sono stati rinviati a causa della pandemia. Come prevede lo statuto della Lega, si terranno prima quelli cittadini, poi i provinciali, i regionali e infine quello nazionale”. Lei è favorevole al green pass per i parlamentari? “Sì. Se obblighiamo i lavoratori a dotarsi di green pass, dobbiamo dare il buon esempio”. E i suoi colleghi della Lega contrari come faranno? “Non lo so ma il green pass è una cosa giusta. Io sono contrario all’obbligo vaccinale, perciò penso che la certificazione verde, pur con i suoi limiti, possa contribuire ad aumentare il numero di vaccinati. Per lasciarci alle spalle la pandemia, dobbiamo rispettare la tabella di marcia indicata dal generale Figliuolo, con senso di responsabilità”.

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