Fausto Manzana, presidente degli industriali trentini (foto dal profilo Facebook di Confindustria Trento)

l'intervista

Manzana (Confindustria Trento): “Salvini cancelli il rumore dei no vax nella Lega"

Luca Roberto

Il presidente degli industriali trentini: "Certe uscite dei deputati leghisti sono da comici più che da rappresentati delle istituzioni. Inseguire il sentiment ti fa perdere voti. Se la Lega fa ballare il governo ce ne ricorderemo alle elezioni"

Il green pass è uno strumento di libertà. Chiunque vi si opponga, sostenendo posizioni minoritarie, non ha a cuore l’interesse del paese. Cerca solo 15 minuti di celebrità”.  Fausto Manzana è un imprenditore con oltre trent’anni di esperienza nel campo dell’informatica. Dal 2019 presiede Confindustria Trento: 600 aziende associate per oltre 30 mila addetti. “In un territorio bellissimo ma fragile, com’è la montagna in genere. Fortemente provato dalla pandemia”, spiega al Foglio. Un altro pezzo di nord produttivo che guarda con imbarazzo ai partiti che ammiccano al virulento sottobosco no vax. Ha visto che il deputato Borghi della Lega ha scarabocchiato sulla Costituzione? “Sono delle uscite da comico più che da rappresentante delle istituzioni. Credo che personaggi del genere debbano farsi un bagno di realtà nei territori che li hanno eletti, parlare non solo con gli imprenditori ma con chi nelle aziende ci lavora per capirci davvero qualcosa”, dice Manzana. “Chiunque abbia a cuore il destino del paese non può pensare di tornare indietro, imboccare di nuovo la strada delle chiusure. La scienza non è democratica e certe prese di posizioni denotano solo la voglia di dare inizio alla campagna elettorale. Non è accettabile”. 

Sono strepiti che poco hanno a che fare con l’imprinting del governo Draghi, sostiene in quest’intervista il presidente degli industriali trentini. Un esecutivo guidato da un premier che “personalmente apprezzo molto per i suoi silenzi, che spesso sono sostituiti dai fatti. Mi spiace solo che all’interno delle forze che sostengono la maggioranza non ci sia quella coesione che permette di cancellare il rumore di fondo: viene data troppa attenzione agli umori più bassi”. Sta dicendo che Salvini dovrebbe con più decisione marginalizzare le voci in dissenso rispetto all’obbligatorietà del green pass? “Non so se si è trattato di un ravvedimento, ma ho visto che il nuovo decreto l’ha votato anche la Lega. Significa che una qualche pressione l’avranno esercitata i governatori del nord, da Zaia a Fontana a Fugatti, che mi pare su vaccini e green pass abbiano posizioni molto pragmatiche. Evidentemente per il tipo di emergenza che hanno dovuto affrontare come amministratori sono le persone più adatte a prendere una posizione a riguardo”. 

Un’ambiguità strumentale, in questa fase di rimbalzo, peraltro, può stoppare una crescita che nel nord-est appare impetuosa, forse persino inaspettata. “In realtà in parte l’avevamo prevista, ma nel Trentino gli effetti sono stati ancor più benefici: venivamo da sei trimestri consecutivi con il segno meno e adesso siamo in linea con il trend nazionale. Ma non possiamo fermarci: dobbiamo lavorare già adesso per consolidare le quote di export, per innestare la ripartenza su basi sostenibili. Qui da noi significa anche lavorare su nuove infrastrutture”. Sperando che il certificato verde segni un rifiorire del turismo invernale, che durante gli ultimi due inverni – spiega Manzana – “ha registrato a causa delle chiusure un crollo del 98 per cento. Un altro inverno così significherebbe condannare a morte gran parte delle strutture ricettive della provincia. Lo si capisce allora che è questa serie di regole che ci siamo dati l’unico modo per non tornare in lockdown?”.

Forse lanciato da lei, che rappresenta migliaia di lavoratori, un appello di responsabilità il segretario Salvini sarebbe in grado di coglierlo. “Allora uso parole ferme: una fase come questa, in cui si devono completare delle riforme importanti per il paese, richiede un’assunzione di responsabilità. Non si può rincorrere il sentiment dell’ultim’ora, anche perché poi si scontenta il paese e si finisce per perdere credibilità. La Lega ha intenzione di staccare la spina al governo? E’ uno scenario preoccupante. Di cui ci ricorderemmo senz'altro alle prossime elezioni”.