La voce del nord

Gli schiaffi di Confindustria Veneto a Salvini

I preziosi messaggi del capo degli imprenditori veneti su green pass e vaccini

“Zaia, Fontana e Fedriga non sono solo i governatori di tre delle regioni più produttive d'Italia: sono amministratori con un altissimo consenso popolare e un indiscutibile peso politico nella Lega. Per questo non capisco perché Matteo Salvini non ascolti i loro appelli all'obbligo di vaccinazione e di green pass, alimentando la rivolta degli estremisti No vax”. Nessun commentatore ha fatto una sintesi così efficace dei contorcimenti sanitari del segretario leghista (ultimi esempi: “ho fatto la seconda dose di vaccino quindi posso togliere la mascherina”, o “ho appena sentito Zaia e anche lui è per un uso limitato del green pass”, o ancora “i vaccini causano le varianti”) quanto Enrico Carraro, presidente riconfermato della Confindustria Veneto. Con Repubblica, non solo ha rappresentato al massimo livello quanto dicono da tempo i suoi vertici – come Laura Della Vecchia che aveva già dichiarato al Foglio il pieno appoggio al sì di Mario Draghi all’obbligo vaccinale e all’estensione del green pass per i dipendenti pubblici e privati – ma ha anche messo, per dire, i piedi nel piatto del caos all’ombra dell’(ex) Capitano.

 

“Ambiguità, perdite di tempo e legittimazione dei No pass possono costare la vita a migliaia di persone e il fallimento di un numero ancora superiore di imprese. L’impressione da imprenditore è che Salvini rincorra le frange estremiste e ignori il centro moderato. Non è il solo: né tra i leader di partito, né tra i sindacati. Mi auguro che tutti ci ripensino, rinunciando all'irrazionalità per rincorrere voti e tessere. Estendere l’obbligo del certificato vaccinale stimola l’immunizzazione di massa. E’ l’unica strada per salvare il paese e uscire dalla crisi”. Non si tratta, è evidente, delle “ricostruzioni fantasiose” evocate dallo stesso Zaia per salvare la faccia al suo capo (e negare che il partito si accinga a chiedere un congresso straordinario in caso di insuccesso alle amministrative). Si tratta del parlare da classe dirigente di chi conosce bene il Nord, e se ne assume le responsabilità.

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