Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Venetocentro (foto Ansa)

Destro (Assindustria Venetocentro): "La Lega sostenga Draghi senza ambiguità"

Luca Roberto

Il presidente degli industriali di Padova e Treviso: "Su vaccini e green pass ci vuole responsabilità, come insegna Zaia. Altrimenti l'errore di uno lo pagano tutti"

“L’atteggiamento della Lega su vaccini e green pass? Io sto dalla parte della presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia. E’ arrivato il momento di mostrarsi responsabili, perché l’opera del premier Draghi va solo che difesa, senza alcun tipo di ambiguità”. Di Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Venetocentro, si apprezza subito la capacità di eludere le perifrasi. In questo colloquio con il Foglio usa parole che i suoi colleghi imprenditori potrebbero in larga parte sottoscrivere: “Con le nostre aziende stiamo osservando una crescita imponente. Abbiamo registrato un più 39 per cento nel terzo trimestre rispetto al secondo, trainati dall’export con i mercati europei. Siamo tornati ai livelli pre Covid, anzi addirittura meglio, al punto che adesso il problema è riuscire a reperire personale. Che senso avrebbe fermarsi di nuovo? Sappiamo benissimo che l’errore di un singolo può danneggiare tutti”. Ecco un altro pezzo di realtà sbattuta in faccia alle convulsioni emotive di Matteo Salvini. 

Nel guazzabuglio dei lavori parlamentari, il segretario leghista e suoi ci provano sempre a gettare nello scompiglio la maggioranza. Votano contro il governo. Alimentano le tensioni allestendo  una campagna permanente. Sentite cos’ha da dire a riguardo chi tra la provincia di Treviso e quella di Padova rappresenta quasi 4 mila aziende per una forza lavoro che sfiora i 170 mila dipendenti. “Condividiamo fortemente l’estensione del green pass proposta dal governo. E’ una misura ragionevole che serve a garantire per prima cosa la sicurezza sul lavoro dei nostri collaboratori. E’ ovvio che bisognerà portare avanti un’interlocuzione con tutti gli attori coinvolti, ma anche l’obbligo vaccinale all’interno delle aziende può essere una soluzione valida. No alle resistenze pregiudiziali. E’ un occasione che non va persa”. 

E in effetti quel che appare sempre più evidente, sondando gli umori settentrionali, è come l’indirizzo e la visione del presidente del Consiglio le imprese del nord li considerino propri, un’estensione della politica industriale che hanno in mente per il paese a venire. “Abbiamo avuto la grande fortuna di essere guidati da Draghi, la cui leadership a livello nazionale e internazionale giova alla nazione. Ecco perché adesso il premier ha bisogno che ognuno faccia la propria parte, lavori come una squadra, senza impuntature ideologiche. Il linguaggio parlato dalle aziende non è fatto di chiusure”, aggiunge al Foglio Destro, che con la sua Aristoncavi produce 40mila chilometri di cavi elettrici all’anno e ha sedi, oltre che a Brendola, in provincia di Vicenza, anche a Dubai, Shanghai e Santiago del Cile. “La vera preoccupazione è rendere la crescita di questi mesi strutturale, duratura. Per questo dobbiamo affrontare il grande tema della scarsità di materie prime, ora che Cina e Stati Uniti preferiscono lavorarle anziché esportarle”. 

Sul fronte interno l’obiettivo primario deve essere quello di “rendere la pubblica amministrazione una macchina davvero efficiente”, evitando di cadere nel tranello delle semplificazioni eccessive. “Non è che, come pensa il ministro del Lavoro Orlando, le delocalizzazioni si possono bloccare per decreto. In realtà questa è una fase in cui le grandi filiere dovrebbero essere incentivate a venire in Italia, e questo lo puoi fare solo dando l’immagine di un paese che funziona”, è l’altra disamina del presidente degli industriali di quest’area così peculiare del Triveneto.  Mentre voi vi arrovellate sulle faccende più pratiche, vi rapportate alle sacche di resistenza vaccinale e cercate di trovare soluzioni, applicando protocolli stringenti, c’è chi tra le stesse forze di governo va in piazza e presta il fianco alla propaganda anti vaccinista. Non è un po’ un affronto nei vostri confronti, che siete il cosiddetto elettorato di riferimento? “Ma qui da noi in Veneto il nostro referente naturale è il governatore Luca Zaia, una persona pragmatica che capisce quali sono le nostre esigenze e parla la nostra stessa lingua. Spero che chi ha un ruolo istituzionale abbia lo stesso livello di responsabilità e di buonsenso. La pandemia è una cosa seria e non ci possiamo permettere di tornare indietro un’altra volta come se nulla fosse”.

Di più su questi argomenti: