Giuseppe Conte (foto Ansa)

"La svolta nordista? Caro Conte, i voti del M5s sono al sud"

Luca Roberto

La deputata grillina Barbuto: "Il tentativo di parlare ai ceti produttivi è legittimo, ma non possiamo tradire il mandato che ci ha resi il primo partito del paese". Il fastidio della sottosegretaria Nesci, le perplessità di Vianello. I malumori in Calabria e Sicilia

"Leggendo la lettera di Conte al Corriere, la scorsa settimana, anch'io all'inizio sono rimasta disorientata". La deputata calabrese del M5s Elisabetta Maria Barbuto la svolta nordista dell'ex premier non l'ha molto capita. O quanto meno non subito. Ci ha riflettuto, ha provato a capire, confessa al Foglio. E se l'onorevole Stefano Buffagni si è spinto oltre, dicendo che il baricentro del Movimento, troppo spostato al sud, ha bisogno di essere riequilibrato, lei ribatte che "l'unico obiettivo che ci dobbiamo porre è il superamento della vera disuguaglianza che mina questo paese: e cioé quella infrastrutturale, economica e sociale tra nord e sud". Alle elezioni politiche del 2018 i Cinque stelle raccolsero il 43,4 per cento dei voti nelle regioni meridionali, che gli valsero 80 seggi alla Camera. Volete sapere quanti ne guadagnarono al nord? Tre.

 

Nasce anche da qui, forse, il nervosismo che gli eletti al sud stanno manifestando per lo più in privato. Soprattutto in quelle regioni, come la Calabria, dove alle prossime amministrative ci si attende una débâcle. "Ma come, rappresentiamo lo zoccolo duro dell'elettorato, e Conte si rivolge altrove nel tentativo di ricostruzione"?, sarebbe il ragionamento. Fatto proprio, tra gli altri, anche dalla sottosegretaria Dalila Nesci, che nei giorni scorsi, aprendo i giornali e trovandosi a scorrere l'intervento dell'ex premier e l'intervista di Buffagni, si è sfogata con gli altri parlamentari per questo tentativo, non concordato, che guarda ai voti del settentrione. Anche il deputato tarantino Giovanni Vianello ha detto di essere rimasto perplesso dalle parole di Conte, "perché è il Sud la priorità che ogni governo e ogni formazione politica dovrebbero trattare".

 

A maggior ragione, viene da dire, per un soggetto politico che forse senza il traino delle regioni sotto Roma scomparirebbe dalla scena politica. Umori simili si auscultano anche dalla Sicilia, dove tre anni fa il M5s vinse 17 collegi su 25. Numeri da era geologica fa. L'ulteriore apprensione è che il verso agli industriali possa rendere il M5s più assoggettabile a richieste di modifiche, anche sostanziali, del reddito di cittadinanza. Nota Barbuto in un colloquio con il Foglio: "E' chiaro che cercare di allargare il consenso, come credo stia cercando di fare Conte in questa nuova fase, è legittimo". "Ma questo non vuol dire che si possa mettere in discussione il nostro radicamento, la nostra storia. Abbiamo sempre detto che non avremmo lasciato nessuno indietro. E quindi il sud non può non restare una priorità. Ci hanno eletto per questo e io il mio mandato non lo tradisco. Non ci possiamo dividere su una questione del genere". 

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