Verso il Cdm

Draghi vuole un Green Pass rafforzato: "E' l'incoraggiamento decisivo"

Una versione non mitigata per contrastare e i contagi e difendere le libertà riconquistate

Carmelo Caruso

Il premier spinge sul Green Pass alla francese. Vuole farne una dirimente per accelerare le vaccinazioni. I governatori leghisti non alzano i toni. Si comincia a ragionare di obbligo per i professori

Segnerà un prima e un dopo e non deve spaventare perché “il Green pass non è una camicia di forza”, ma un formidabile invito alla vaccinazione, “l’incoraggiamento decisivo”, un tentativo rigoroso per “frenare i contagi”. Essere vaccinati da lunedì prossimo diventerà “dirimente”. Nel Consiglio dei ministri fissato per oggi, e già posticipato di un giorno, il premier Mario Draghi chiederà ai suoi ministri di non dividersi di fronte a una scelta importante.


La volontà del governo è di non concedere troppo spazio alle deroghe, di adottare un Green pass sostenuto e non mitigato. Senza fare distinzioni di età. Equivale a un Green pass alla francese che, al contrario di quanto ha detto ieri Matteo Salvini, non è una scelta da ultras, ma il solo modo che esiste per rientrare in sicurezza negli stadi, per mantenere la socialità riconquistata. Se come ripete il leader della Lega è arrivato il momento di riaprire le discoteche, favorire i grandi eventi ed evitare quello che nessun italiano vuole più sentire, non potrà che condividere questa decisione. Non vuole. Lo farà.

 

La natura delle dichiarazioni che Salvini ha rilasciato (“Green pass assolutamente no”) non coincide infatti con la posizione responsabile (o almeno secondo Salvini coincide) di Massimiliano Fedriga. Ieri, da presidente della Conferenza Stato-regioni, si è dato da fare per ottenere nuovi parametri, collegare il cambio di colore di una regione al numero di terapie intensive e alla disponibilità che ciascuna regione ha dei posti letto. Ha chiesto l’elasticità e lo ha fatto con un tono che era il buon tono. Quale sarà dunque la posizione della Lega? Fino a quando si scrive la risposta della Lega è che “Salvini la pensa come Fedriga”.

 

All’interno della Lega precisano: “Ma tutti sanno che Fedriga non è contrario al Green pass”. I presidenti di regione della Lega non sono infatti uomini da liti temerarie. Non hanno il tempo. E’ vero invece che va ancora chiarito a chi compete l’onere della verifica. Non accadrà oggi, ma non si esclude, anzi, si pensa, che “si arriverà” all’obbligo vaccinale per gli insegnanti. E’ sbagliato dire che da domani si inasprisce. Sarebbe più corretto ricordare quando si gridava: “Perché non ci date i vaccini”.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio