"Caro Pd, il problema non è Salvini, ma quella magistratura che si crede onnipotente". Parola di Staino

"Un partito che dovrebbe essere il primo dei garantisti si è lasciato sedurre dal populismo grillino", dice al Giornale il vignettista ed ex direttore dell'Unità. E attacca "certi magistrati amici di Travaglio che sono veramente fuori della grazia di Dio"

"Quello che il Pd non capisce è che il problema non è Salvini, ma una parte della magistratura che dal '92, grazie anche a noi, noi della sinistra intendo, si crede onnipotente e unica tenutaria del potere di vita e morte sulle persone". La bomba la sgancia Sergio Staino, vignettista politico anima della sinistra, che è stato anche direttore dell'Unità. Così, mentre il Pd non appoggia il referendum sulla giustizia voluto dai Radicali con il sostegno della Lega, il disegnatore dice che presenzierà ai banchetti. E confessa di sottoscrivere "parola per parola" l'editoriale in cui Augusto Minzolini, direttore del Giornale, sul perché vanno firmati i sei quesiti. Intervistato dal Giornale, Staino dice l'indicibile: "La sinistra in Italia è sempre stata attenta a compiacere la magistratura, ma ci sono certi magistrati, gli amici di Travaglio per intenderci, che sono veramente fuori della grazia di Dio dal punto di vista della giustizia. Partono sempre dal presupposto che ognuno è colpevole fino a prova contraria". 

 

Staino sostiene che la magistratura ha condizionato la vita politica italiana e la condiziona ancora oggi. E che il giustizialismo è una piaga italiana. "Vent'anni fa feci una striscia per il Corriere della sera dove ironizzavo tristemente sulla frase pronunciata all'epoca da Piercamillo Davigo, quando disse che la magistratura era l'unico corpo sano dello Stato italiano. Io risposi che queste erano dichiarazioni da militari prima del golpe. Votai all'epoca per la separazione delle carriere tra pm e giudici, mi sono sempre battuto per questo. Io posso anche ammettere che un pm debba partire dalla idea che chiunque deve essere colpevole, ma il giudice no, deve partire dal principio opposto, che chiunque è innocente a meno che non si possa dimostrare il contrario. Sono due metodi e due mentalità diverse, non si può confonderle e non si può farle convivere negli stessi corridoi, dove si incontrano e mettono d'accordo sulle sentenze. È profondamente sbagliato".

E non risparmia stoccate al Pd: "un partito che dovrebbe essere il primo dei garantisti" e che invece, "purtroppo si è lasciato sedurre dal populismo grillino, ha seguito la pancia degli elettori invece di guidarli".

 

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