L'intervista

Guerra M5s. "I delusi del Movimento? A noi!". Parla Donzelli (Fdi)

L'opa del partito di Giorgia Meloni su quello che resta o sarà del M5s

Michele De Feudis

"Non vogliamo fare gli spettatori con i pop-corn e assistere al disastro del Movimento. Si sono smentiti su tutto. I loro elettori guardano a Giorgia Meloni. Fdi sarà centrale per il Quirinale". Parla Giovanni Donzelli

La frantumazione dell’arcipelago pentastellato? Non siamo spettatori che praticano la ‘tattica del pop-corn’. Rivendichiamo centralità della destra nell’agenda politica. I nostri consensi sono frutto di idee che abbiamo professato anche quando i sondaggi non erano lusinghieri come adesso”. Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione di Fdi, è a Roma con i ragazzi di Azione universitaria, che hanno annunciato - alla presenza di Giorgia Meloni - di tenere a luglio il congresso nazionale. Il deputato toscano ha iniziato la scalata nel mondo post-Msi proprio con una rivista degli universitari, sfida.org, che divenne in poco tempo il luogo d’incontro di centinaia di eletti nei parlamentini accademici d’Italia.

 

“Certo - racconta a Il Foglio - abbiamo seguito le conferenze stampa di Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Quando il comico ha dato dell’incapace all’ex premier siamo rimasti attoniti. Se non è in grado di governare un partito, come faceva a stare a Palazzo Chigi? Ecco, siamo preoccupati per le mani in cui sono state le istituzioni, che risentono degli equilibri scaturiti dalle politiche del 2018. Ora il quadro è ben differente”. I meloniani, però, restano prudenti sui prossimi appuntamenti elettorali: “La strada per tornare a governare bene l’Italia sarà in salita anche dopo aver vinto le elezioni, per le condizioni in cui versa il paese. In ogni caso, se l’Italia chiama, siamo pronti…”. Intanto, però, il partito di maggioranza relativa, il M5S, è sull’orlo di una crisi di nervi almodovariana: “I grillini - ricorda Donzelli - rimasero impietriti quando Giorgia Meloni, alla Camera, replicò alle loro intemperanze con una sacrosanta verità: ‘fate così perché noi rappresentiamo quello che volevate essere e non siate stati capaci di incarnare’”.

Molti temi di Fdi - dal sì al “taglia poltrone parlamentari" alla lotta alle pensioni d’oro - sono stati sovrapponibili alla piattaforma grillina: “Loro dovevano essere coerenti - rincara la dose il deputato della Fiamma - e invece si sono smentiti su tutto. Sono ormai da anni abbarbicati ai seggi. Delle loro bandiere hanno fatto coriandoli: da Tav a Tap, a Ilva…”. Una riflessione sul crollo elettorale dei pentastellati: “Non perdono voti a caso o per le liti, ma perché non hanno una identità o l’hanno svenduta per mantenere la gestione del potere. E gli italiani in difficoltà non perdonano queste sbandate”. Un aneddoto: “I grillini che incontro in Transatlantico? Sono dubbiosi su dove lanciare la fiche: su Grillo o su Conte? Pensano a dove mettere le tende con la speranza di una ricandidatura. E il garante, cassando il vincolo del doppio mandato, ha recuperato tanti supporter nei gruppi parlamentari…”.

 

Sullo sfondo c’è chi intravede ora una vera Opa di Fdi sull’elettorato in libera uscita dai 5S. Donzelli offre questa lettura: “Sono voti che tornano a casa, a destra. C’era un elettorato di destra arrabbiato, che ha dato fiducia ai grillini. Nel loro 30% c’erano elettori destrorsi e un pezzo di società che, non avendo riferimenti, ha guardato al grillismo. Ora si riconoscono nel buon senso delle posizioni meloniane”.

 

Se il terremoto Grillo-Conte apre autostrade per la destra, ci sono però alcuni nodi che potrebbero complicare il percorso. “Si parla di ‘federazione’? Bene, i cittadini non sono interessati a formule astruse, aspettano da noi soluzioni concrete ai problemi postpandemia. Questo è l’errore dei 5S: gli italiani si chiedono cosa accadrà a ottobre con la ripartenza dell’economia e i grillini sono impantanati su un misterioso statuto del movimento…”. C’è poi il nodo delle comunali di Bologna, Milano e Napoli: “Il centrodestra - ribatte il parlamentare - ha fatto bene a prendere tutto il tempo necessario per scegliere i migliori “sindaci”, adatti non solo a vincere, ma anche a governare. Ora la Meloni chiede che ci si riveda presto con i leader nazionali per offrire - visto che i nomi ci sono - la prospettiva del buon governo”.

 

Sullo sfondo risalta il “Romanzo Quirinale”. Per il Colle il centrodestra rivendica di essere in partita: “Saremo centralissimi, abbiamo anche i delegati regionali, che pesano tanto in un parlamento così parcellizzato. Il successore di Mattarella non potrà essere scelto senza una condivisione con il centrodestra e con la Meloni”. Le ultime due battute: “Siamo primi nei sondaggi Swg? Non ci impressionano le rilevazioni, e non ci fanno cambiare linea. La bussola resta l’interesse nazionale”. “Mi fa fare una battuta finale? Prego. “Ai pop-corn di renziana memoria, preferisco un tagliere di salumi toscani…”. Ipse dixit.

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