La proposta

"La destra sostenga Carlo Calenda a sindaco di Roma". Parla Marcello Pera

"Un uomo del fare, eccellente. La destra stupirebbe"

Carmelo Caruso

Modesta proposta dell'ex presidente del Senato: "Se Bertolaso dice di no, la destra può puntare sul leader di Azione. Meloni e Salvini alla fine si accorderanno sulle amministrative. Adesso devono intestarsi una riforma costituzionale

Roma. Un pensatore ce l’hanno. Si chiama Marcello Pera. E’ l’ex presidente del Senato, professore di Filosofia. Ha militato in Forza Italia. Non ha più cariche da difendere.  Salvini e  Meloni cosa aspettano ad ascoltarlo? Offre la bandiera che li può davvero unire. Quale sarebbe? “Una riforma della Costituzione. 75 membri competenti a lavorarci”. Per fare cosa? “Le riforme che il parlamento non ha mai potuto fare. Ci abbiamo provato sempre. Successi mai”. Mario Draghi non basta? “Ha un altro compito. E’ il migliore che si potesse scegliere. Dopo di lui c’è solo il precipizio”. La destra perché guarda ancora ad Albertini e  Bertolaso? “Non è guardare indietro ma guardarsi dentro”. La proposta? “A Roma, ma è una mia opinione libera e privata, se la destra non trova un candidato nel suo recinto deve avere il coraggio di alzare lo sguardo. Carlo Calenda sarebbe senza dubbio un ottimo candidato”.

 

Quale è la grande qualità della destra? Dice Pera: “La destra deve stupire. Lo ha sempre fatto. Basta pensare a Berlusconi. Non può che continuare a farlo”. Gli appunti di Pera sono questi: appoggiare Calenda e fare una mossa per spiazzare la sinistra; intestarsi argomenti nobili al posto della battaglia stanca sul coprifuoco; rivendicare sia l’essere liberali che l’essere conservatori.   Dunque che idea è questa sua idea di una commissione dei 75? E’ la sua modesta proposta per la nuova destra? Risponde: “Parte da una riflessione semplice. Cosa chiede l’Europa in cambio delle risorse del Recovery? Riforme. E su cosa? Pubblica amministrazione, giustizia, concorrenza”. Perché Marta Cartabia non dovrebbe farcela? Per quale ragione bisogna appaltare le riforme a una commissione? Non sarebbe l’ennesima? Replica: “Innanzitutto la domanda: perché la giustizia è lenta? Perché secondo Costituzione tutti i processi debbono concludersi in Cassazione. Serve quindi una riforma della Costituzione, non una semplice legge ordinaria”. Cosa altro dovrebbe fare questa sua commissione? “Una riforma vera del Csm, un organo oramai impresentabile e maleodorante. Via i pm che decidono le carriere dei giudici. Per questo occorre una riforma incisiva. Settantacinque personalità da eleggere con un sistema proporzionale. Il loro compito? Preparare un testo per poi consegnarlo a referendum popolare”.

 

Perché la destra si dovrebbe intestare questa sua bella fantasia? Pera: “Io la offro urbi et orbi ma credo che la destra avrebbe solo da guadagnare nell’intestarsela. Perché se la destra dovesse vincere le prossime elezioni sarà nell’impossibilità di governare. Idem per la sinistra. Ovviamente mi rivolgo anche a Enrico Letta. Nel nostro sistema il premier ha ancora meno poteri di un sindaco”. Parlando di poteri. Chi comanda a destra? Meloni e Salvini litigano. Lei con chi sta? “Io vedo due partiti che si stanno muovendo nella giusta direzione”. E quale sarebbe? Due sono al governo (Lega-Fi) e Fdi è all’opposizione. Pensa Pera: “Fdi si sta dando un’identità da partito conservatore. La Lega ha cambiato approccio sull’Europa e sta facendo una battaglia giusta sulla legge Zan”. E le liti? “Quella fra Salvini e Meloni è sana competizione elettorale, ciò che ancora non vedo, e che mi auguro ci possa essere, è la cornice liberal-conservatrice”. Ma non hanno un candidato unitario alle prossime amministrative. Quale sarebbe l’unità? Sempre Pera: “I candidati unitari sono certissimo che a destra si troveranno. Litigheranno ancora un po’, ma non si presenteranno separati”. Perché a Roma sarebbe di destra candidare Calenda? Risposta: “Perché è un uomo che ha dimostrato capacità amministrativa, perché è un uomo del fare. Bertolaso sarebbe un candidato eccellente, così come Albertini a Milano”. Ma? “Ma se Bertolaso non accetta, la destra deve lanciare lo sguardo in alto e guardare a Calenda che, a mio avviso, è una candidatura d’eccellenza”. Così come Calenda, la destra non dovrebbe fare suo anche Draghi? “Bisogna solo lasciarlo governare e fare in modo di non ostacolarlo”. Pera avrà un ruolo in questa prossima destra? “Io? Sono solo uno spettatore di provincia”.

 

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio