Riaprire, ma come?
Passa la fiducia con 156 voti. L'ultimo azzardo di Renzi
In Senato il leader di Italia viva scommette su tutti i cavalli, ma forse ha finito le fiches
Mentre parla al Senato, in un silenzio teso, sotto lo sguardo insonne di Giuseppe Conte, Matteo Renzi si tiene su con gli spilli di un rischioso equilibrio. Non apre, ma nemmeno chiude. E infatti a Conte rinfaccia Trump e Salvini, Casalino e le gaffe su Facebook, le profferte di posti di governo. Poi però guarda il premier e aggiunge, incoraggiante: “Faccia un passo in più”. Dunque attacca (“questo non è il governo più bello del mondo”), ma pure esorta (“da mesi chiediamo una svolta, presidente. Ora o mai più”). Governato da un fluido che è la sorte pura, l’azzardo, Renzi tenta di spremere l’occasione insperata. Circondato da vibrazioni ostili nel Pd, sempre più solo anche tra i suoi parlamentari terrorizzati dall’incognito, gioca l’ultima fiche. E mentre ancora non conosce l’esito del voto di fiducia — poi raccolto da Conte — punta su tutti i cavalli, su tutte le ipotesi, tutte insieme. Senza escludere niente, senza precludersi una strada, quale che sia: la caduta del governo, una fiducia precaria, un Conte ter. Al punto, martedì, di aver deciso di votare in Senato solo alla seconda chiama. Dopo aver visto i voti degli altri. Per tenersi aperta, fino all’ultimo istante, la possibilità di colpire. La vita politica è una faccenda interstiziale, per lui, da sempre, si sa: bisogna saltare sull’attimo fuggente. Ma forse, stavolta, Renzi, cioè l’uomo di cui a suo tempo fu anche decantata la fortuna, ha finito i soldi per le puntate.
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- Salvatore Merlo
Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.