Alessandro Di Battista (foto LaPresse)

carpentieri della democrazia

“Altro che drink! Dibba tornerà da noi a fare il falegname”

Intervista all'artigiano che ha insegnato l'arte del legno al big M5S: "Non so come se la cavi col mojito, ma con la pialla in mano faceva miracoli"

 

“Molto mastello, poco pannello”. E' il motto della scuola del legno dove Alessandro Di Battista, lo scorso anno, passò “giorni intensi e ricchi di soddisfazioni personali”, come ricorda adesso Vasco Araldi, uno dei soci di questo laboratorio incastrato nelle viuzze di Pianoscarano, quartiere medievale di Viterbo.

 

Dibba – scalpello e pialla – si presentò al cospetto di questi artigiani dalle mani magiche per imparare l'arte e, si presume, metterla da parte. Perché poi il sogno di diventare un buon falegname (San Giuseppe o Geppetto?) venne scansato dai progetti gassosi, e non più pesanti come ciocchi, del viaggiatore-documentarista.

 

Ma adesso che la vita di Dibba, eterna promessa e sicuramente indiscutibile risorsa, ha fatto tappa al bancone di un bar di un hotel in Abruzzo con vista sull'Adriatico, c'è da togliersi una curiosità: è più forte con il gin e i pestati o con la sega? “Ah – mette le mani avanti Araldi che è milanese trapiantato a Viterbo, con tutto il rispetto delle forme che ne consegue – non so come se la cavi con i drink, di sicuro però come falegname non era male”.

 

Cosa significa? “Qui da noi passava le sue giornata ad ascoltare – ricorda al Foglio l'artigiano – poi a rubare il mestiere con gli occhi. Era strano: sembrava che fosse sempre distratto, invece si dimostrava, alla prova, sempre capace a riprodurre tutti gli esercizi, a mettere le mani nel legno con durezza e fantasia”.

 

Legno che è materia viva che può scoppiare con la pressione come nel caso del truciolato e magari dei banchi monouso che, più poi che prima, arriveranno in Italia.

 

Ma Dibba, Dibba, parlateci di Mastro Dibba. “Quando se n'è andato si è portato viva una scatola a coda di rondine da lui lavorata. Un ricordo, un lascito di quella esperienza. Ma sono sicuro che tornerà”. Magari a settembre, tra un'avventura e l'altra, finito di preparare l'ultimo drink. Pronto a modellare, magari un cavallo di Troia, per conquistare il Movimento. Molto mastello e poco pannello.

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