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I farmacisti in Parlamento spiegano perché Arcuri ha sbagliato tutto sulle mascherine

Carmelo Caruso

Chiazzese (M5s): “Sulle mascherine non ci si capisce niente”. E Gemmato (FdI): “Non si è tolta neppure l’iva su questi dispositivi”

Roma. Neppure in tabaccheria c’è questa varietà. Le mascherine sono ormai come il trinciato. “Avete idea di cosa significa fare oggi il farmacista? E’ diventata una foresta. Chirurgiche, ffp2, ffp3, con o senza filtro. E poi ci sono quelle a marchio Ce e quelle senza marchio. Ma un discorso a parte lo meritano le kn95 che si possono vendere, ma che forse non rispettano le direttive Inail. E infatti si rischia la sanzione. Non ci capisco più niente…”. E se non ci capisce nulla Giuseppe Chiazzese, deputato M5s, farmacista di Corleone (“Aperti dal 1978. Farmacia Mongiovì”), pensate un po’ cosa possa comprenderne Domenico Arcuri che è commissario all’emergenza e sull’orlo della crisi. Appena insediato ha promesso mascherine di stato. Successivamente ha stabilito il prezzo a 0.50 centesimi (“Ma lei lavorerebbe perdendoci?” chiede Chiazzese). Quando si è accorto che continuavano a mancare è passato ad accusare i farmacisti di speculazione (“Se non le trovano, problema loro. Il prezzo rimane bloccato” ha ordinato). In pratica ha compiuto un capolavoro di unità: sia la maggioranza che l’opposizione chiedono che se ne vada. E dunque per Chiazzese “a essere generosi si può dire che è stato inelegante, ma sarebbe un eufemismo. Come categoria, in questa emergenza, abbiamo perso 18 farmacisti. Anziché ringraziarci per il sacrificio, veniamo additati come colpevoli. Lo trovo inaccettabile. La verità è che la materia mascherine è complessa e nessuno ci ha capito nulla”. Non è che Arcuri un po’ meno degli altri? “Ma come si può pensare che me le tenga in magazzino. Che me ne dovrei fare? Quale sarebbe la logica?” risponde Chiazzese che cerca di rimanere onorevole nella difesa. Anche nella sua farmacia ha fatto visita la Guardia di Finanza per setacciare le fatture: “E da quel momento vivo nell’angoscia di commettere qualche irregolarità”. Insomma, lei a quanto le vende? “A un euro. Sottocosto. Ci hanno assicurato un ristoro ma io le devo pagare anticipate. Chiami Marcello Gemmato di Fdi. Siamo in sintonia”.

  

Lo chiamiamo e si può annunciare che il partito dei farmacisti è già pronto per il governo di responsabilità nazionale. E’ di Terlizzi. Farmacista il padre, farmacista lui: “Ogni fine settimana torno dietro il bancone”. Ha chiesto le dimissioni di Arcuri ben due volte e ha intenzione di chiederle ancora “perché non può scaricare su di noi i suoi errori”. In Puglia sono almeno a prezzo calmierato? “Ho confrontato i prezzi delle mascherine prima e dopo l’emergenza e mi sono accorto che il costo è centuplicato. Ma non a causa nostra” spiega Gemmato che deve avere una passione per il cinema sudamericano dato che paragona l’acquisto delle mascherine alle scene di El Chapo: “In Cina è in corso un’asta internazionale. Immagini da narcotraffico”. Per contenere le importazioni, si era pensato a una filiera italiana ma, a sentire l’onorevole farmacista, molte imprese stanno rinunciando a confezionarle dopo le parole di Arcuri: “E voglio ricordare che non si è tolta neppure l’iva su questi dispositivi. E’ quanto denuncia l’amico collega Roberto Bagnasco di Forza Italia. Sentitelo”.

 

Non possiamo che saltare da lui. Eletto alla Camera, Bagnasco è farmacista nell’incantevole Rapallo. Pure in Liguria contro il commissario? “Non si può tollerare la sua arroganza. Credeteci, nessun farmacista ha mai pensato di guadagnarci, ma ha solo voluto offrire un servizio. Il pasticcio delle mascherine si sta del resto verificando con i reagenti. Anche quella è tutta colpa dei farmacisti?” scherza Bagnasco che al contrario di Chiazzese non deve giustificarsi di fronte alla mamma farmacista: “Mi ordina di fare qualcosa. Ma cosa posso fare contro Arcuri?”. E questa sì che è forse la più grave colpa di Arcuri. Ha messo madre contro figlio.

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