Raffaele Fitto (foto LaPresse)

“Fitto? Anche no”

David Allegranti

I leghisti pugliesi non vogliono l’ex governatore come candidato: “Formula già sconfitta in passato”

Roma. I leghisti pugliesi, se potessero, farebbero proprio a meno di Raffaele Fitto come candidato governatore alle regionali di fine maggio. Dal senatore Roberto Marti al deputato Rossano Sasso, salviniano della prima ora: sono settimane che chiedono al centrodestra pugliese un ripensamento sulla scelta dello sfidante di Michele Emiliano. Meglio puntare, dicono alcuni di loro, su Nuccio Altieri, primo deputato della Lega in Puglia (arrivato nel 2017 via Direzione Italia, per l’appunto l’ex partito di Fitto) e oggi presidente di Invimit, società partecipata del Mef.

 

Lo stesso Matteo Salvini la settimana scorsa in un comizio ha invocato “volti nuovi”. Un identikit che non corrisponde sicuramente al David Cameron di Maglie, già presidente della Regione (vinse nel lontano 2000), già ministro, già forzista e oggi europarlamentare di Fratelli d’Italia. Il problema, per i leghisti, è che la Puglia rientra in un accordo più generale di cui si sta discutendo da settimane e Giorgia Meloni non è disposta a cedere alcunché; Salvini invece vorrebbe rivederlo, quel patto, accettando di cedere la Regione Toscana a Fratelli d’Italia e chiedendo per sé la candidatura in Puglia, dove alle ultime elezioni europee la Lega ha preso il 25,3 per cento.

 

Dice Sasso al Foglio: “La Lega innanzitutto sarà garanzia di unità del centrodestra, in questo caso in Puglia, dopo 15 anni di rotture e litigi interni alla coalizione, che hanno portato alla sconfitta ed alla divisione con due candidati di cdx in Puglia. Liti non ascrivibili alla Lega, in quanto presente in Puglia da pochi anni. La Lega chiede rinnovamento, con un candidato che unisca tutte le anime e coinvolga gli ambienti esterni ai partiti. Lo chiediamo possibilmente escludendo il ricorso a formule già utilizzate in passato (e sconfitte dal giudizio degli elettori)”. Il riferimento, naturalmente, è a Fitto, che nel 2005 si ricandidò alle regionali e fu sconfitto da Nichi Vendola. “Siamo certi che Matteo Salvini saprà, insieme agli altri leader del centrodestra, fare sintesi al tavolo nazionale individuando il candidato migliore per battere Emiliano”, dice ancora Sasso. “Dal momento in cui uscirà il nome da quel tavolo, per la Lega sarà il miglior nome possibile, che come partito trascineremo alla vittoria per liberare la Puglia da chi ne ha distrutto l’agricoltura, la sanità, ne ha peggiorato i trasporti e ne ha condannato i giovani ad una fuga dalla propria regione, alla ricerca di un futuro migliore. Ma altrove”. Tradotto: finché è possibile, ci opponiamo a Fitto, spiegando in tutti i tavoli di discussione sul Sud che la Lega è stata relegata al Nord dagli alleati, nonostante la svolta nazionale, e che in Basilicata il governatore è stato indicato da Forza Italia, in Calabria pure, in Molise idem, in Sicilia da Fratelli d’Italia, e che il Campania il candidato sarà Stefano Caldoro, di Forza Italia.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.