Il rettore dell'Università di Genova, Paolo Comanducci

Le cinquanta sfumature della società civile candidata con i partiti

David Allegranti

A ciascuno il suo rettore, prefetto o generale

Roma. Ferruccio Sansa, giornalista del Fatto quotidiano, s’è adontato per il costante traccheggiamento e ha salutato la curva ligure, sicché Pd e Cinque stelle – che proprio non riescono a non stare insieme – potrebbero dirottarsi altrove, scegliendo come candidato governatore “unitario” in Liguria il rettore dell’università di Genova Paolo Comanducci. Chissà se resisterà almeno un paio di giorni.

 

Si insiste insomma sulla fantasmagorica società civile, di cui esistono cinquanta e più sfumature. I rettori vanno forte nel centrosinistra (anche quello contaminato con populisti o centristi): nel 2017 Fabrizio Micari, rettore dell’Università di Palermo, si candidò alle regionali in Sicilia con Pd e Alternativa Popolare, il partito fondato da Angelino Alfano. Non un gran successo: Micari arrivò terzo dietro Nello Musumeci e Giancarlo Cancelleri. Anche un altro rettore (o meglio ex, mica è un titolo nobiliare) potrebbe essere candidato quest’anno nelle Marche, sempre con il centrosinistra: Flavio Corradini, che ha guidato l’Università di Camerino. Sempre che riesca a battere la concorrenza degli aspiranti candidati marchigiani. C’è invece chi ce l’ha fatta: Pietro Navarra, invece, rettore dell’università di Messina dal 2013 al 2018, è stato eletto alla Camera con il Pd alle ultime elezioni politiche. Non è rettore ma è comunque un professore universitario il candidato del centrosinistra alle regionali in Veneto Arturo Lorenzoni, attuale vicesindaco di Padova.

 

Insomma, a ciascuno il suo candidato civico e il suo modello culturale di riferimento. Quasi naturale, dunque, che a sinistra piacciano i magistrati (citofonare Pietro Grasso ma anche Michele Emiliano). E come dimenticare, da quelle parti, la stagione dei prefetti. Achille Serra è stato deputato di Forza Italia e senatore del Pd, ma prima ancora è stato prefetto di Ancona, Palermo e Firenze. Per un periodo si parlò anche di una sua candidatura a sindaco di Firenze. C’è poi il ricordo, scolpito nella cronaca politica, di Mario Morcone, giù prefetto di Arezzo e candidato sindaco a Napoli nel 2011: non arrivò al ballottaggio, superato da Luigi de Magistris e da Gianni Lettieri del fu Pdl.

 

Il centrodestra e i Cinque stelle puntano invece sulle forze dell’ordine. Sergio De Caprio, noto come capitano Ultimo, è entrato nella giunta di centrodestra in Calabria. E ancora: alle Europee del 2019, Fratelli d’Italia ha candidato Marco Bertolini, già comandante del comando operativo di Vertice Interforze Il M5s nel 2018 ha eletto Gregorio De Falco, ufficiale della guardia costiera (poi è sceso dalla nave grillina ed è passato al mitologico Gruppo Misto, parecchio affollato).

 

Sergio Costa, ministro dell’Ambiente e generale dei Carabinieri forestali, per ora è candidato dal M5s alle regionali in Campania di quest’anno. Gianni Tonelli, ispettore Capo della Polizia di Stato, in servizio tra Bologna e Ferrara, noto alle cronache per essere il segretario generale del Sap, è stato eletto alla Camera con la Lega nel 2018. Un tempo però, quando c’era Forza Italia a sventolare alta la bandiera del garantismo, era tutto un fiorire di avvocati candidati (elenco lungo e già noto per essere ripetuto ancora una volta, ve lo risparmiamo). Ma non è solo questione di affinità culturale (i generali con la destra, gli avvocati a tutela dei liberali), c’è evidentemente anche un problema della singola professione. Non si spiegherebbe altrimenti la corsa dei giornalisti (variante antimafia) al Parlamento, che sembrano non vedere l’ora di lasciare i giornali e le tv mollandole al loro destino. Sandro Ruotolo eletto senatore con Pd e DeMa alle ultime suppletive è solo l’ultimo di una tradizione gloriosa. E già che Federica Angeli, cronista di Repubblica, non è riuscita a farsi accettare dal Pd dopo essere stata proposta da Italia viva. Altri ce l’hanno fatta, sono finiti nel M5s, qualcuno anche solo provvisoriamente. Si ricorderà Gianluigi Paragone, senatore ex M5s ed ex leghista, adesso tornato con se stesso. Emilio Carelli, invece, è rimasto lì dov’è stato eletto. Rosaria Capacchione, che ha lavorato una vita al Mattino, nel 2013 è stata eletta al Senato con il Pd. Solo un giro, poi è tornata al suo mestiere. D’altronde, come si sa, fare il giornalista è sempre meglio che lavorare.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.