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Petrocelli dice che “dopo Di Maio come leader c'è solo Virginia Raggi”

Valerio Valentini

Parla il senatore grillino. “E sulla riorganizzazione, la Sabatini non può essere sia coordinatrice del M5s sia socia di Rousseau”

Roma. Più che dissidenza, è il rimpianto. “Sì, sono un nostalgico del Novecento, non lo nego”, sorride Vito Petrocelli, appena fuori dalla buvette di Palazzo Madama. “E forse è anche per questo – dice il senatore grillino, presidente della commissione Esteri – che quando sento dire che Enrica Sabatini è la nuova Pietro Secchia del M5s, resto perplesso. Perché lei, con tutto il rispetto, non è Pietro Secchia”. Ce l’ha, Petrocelli, con la nuova “facilitatrice” del M5s: è a lei che è stato assegnato il ruolo di responsabile del Coordinamento e Affari interni. Più o meno lo stesso che, nel Pci di Togliatti, ebbe a lungo Secchia, appunto. “Io – prosegue Petrocelli – non ho nulla contro Enrica. Anche perché non la conosco. Dico però che, essendo l’organizzazione di un movimento così grande e complesso un compito molto gravoso, servirebbe una persona che ci si dedicasse a tempo pieno”.

 


Vito Petrocelli (foto LaPresse)


 

Cosa che la Sabatini non potrà fare, evidentemente, dal momento che è anche socia dell’Associazione Rousseau. “Infatti. Forse per Rousseau svolge magari una funzione analoga, dato che è già Rousseau a decidere quando e come indire votazioni, quando e come organizzare degli eventi. Ma allora sarebbe meglio sciogliere questa ambiguità e permetterle di dedicarsi al Movimento ventiquattr’ore al giorno. E qui, poi, veniamo all’altro punto: e cioè la necessità di rendere davvero efficace questa riorganizzazione”. Eppure Beppe Grillo sembra abbia già chiuso la discussione, affermando che questa ristrutturazione del M5s, con tanto di “facilitatori” e “team del futuro”, è risolutiva. “E su questo – ribatte Petrocelli – io mi permetto di dissentire. Nel senso che non non sono così sicuro che basti così: bisognerà semmai metterla alla prova, e poi giudicare. Ma spero sin d’ora sia una struttura autonoma, davvero decidente, senza ricevere direttive dall’alto”.

 

(Passa Andrea Cioffi, intanto, neo “facilitatore” nel settore Infrastrutture: “Il marxista Petrocelli”, lo apostrofa. “Vedete? Mi prendono in giro per il essere un uomo del secolo scorso”, replica Petrocelli, lucano classe ‘64, a sedici anni in Autonomia operaia, poi militanza nel partito dei Carc. “Ma io, più che stalinista, mi definirei maoista”, precisa, scherzando non si sa fino a che punto).

 

E da maoista, come la vede la leadership di Di Maio? “Su questo Beppe ha ragione: Luigi è l’unico in grado di svolgere questo ruolo. Sta facendo bene anche da ministro degli Esteri, compatibilmente con la sua carica di capo politico. A mio avviso, nel M5s c’è solo una persona che sarebbe in grado di sostituirlo, per carisma e determinazione. No, non è Di Battista”, premette. “Parlo di Virginia”. Virginia? “Virginia, sì. Virginia Raggi: una donna straordinaria. Certo, ha ancora davanti a sé due anni e oltre da sindaco, ma poi, chissà. Perché no?”.

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